Gli avvocati per la famiglia e i minori: «Garantire le visite dei genitori separati ai figli»

Gli avvocati per la famiglia e i minori: «Garantire le visite dei genitori separati ai figli»
3 Minuti di Lettura
Martedì 24 Marzo 2020, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 17:54

Tempi duri per le coppie in via di separazione, costrette a vivere ancora sotto lo stesso tetto. Quelle che hanno presentato il ricorso per separazione e sono in attesa che si celebri la prima udienza. Costrizione che, in questo momento, si rivela particolarmente critica per le limitazioni imposte dall'emergenza Covid-19.

La Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni, guidata dall'avvocato Maria Giovanna Ruo, si preoccupa in particolar modo delle convivenze domestiche segnate da abusi e violenze.
«In questo caso la convivenza rischia di rivelarsi un incubo per le vittime dirette degli abusi, e per le vittime “indirette”, ci riferiamo alla cosiddetta violenza assistita dai minori. A questo proposito, è con preoccupazione crescente che leggiamo le statistiche del Ministero dell’Interno e del Ministero delle Pari Opportunità, che indicano un calo vertiginoso delle segnalazioni di violenza domestica (che, temiamo, non indichino una diminuzione del fenomeno ma piuttosto una diminuzione della sua emersione)».

Al via la campagna di comunicazione sul numero antiviolenza: accolto l'appello di 500 donne

Coppie separate
Un'altra questione che si pone in questa fase di emergenza è quella che riguarda le visite e gli incontri dei genitori separati con i figli.
«In un momento in cui i figli minorenni hanno perso le loro abitudini relazionali quotidiane e la maggior parte dei loro punti di riferimento, eliminare tout court una delle due figure appare irragionevole e contrario al best interest of the child che è onere e dovere dei genitori e dello Stato considerare in ogni decisione che riguarda i figli».

Separati e costretti sotto lo stesso tetto, Bernardini De Pace: «Dividete la casa in zone e conoscetevi meglio»

Il caso
L'avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace aveva criticato il provvedimento del tribunale di Milano dell'11 marzo scorso. «I giudici, sostenuti addirittura da una nota del ministero della Giustizia, avevano concesso le visite dei figli di genitori divisi. Così questi ragazzi andavano su e giù in tutto il Paese perché i giudici avevano deciso che un loro provvedimento aveva più valore di qualsiasi decreto governativo, più della salute pubblica, ma soprattutto più della salute di questi giovani. Una totale follia, che solo l’egoismo dei genitori poteva giustificare. Fortunatamente l’ultimo decreto ha escluso categoricamente questa possibilità».

#Mascherina 1522, il nome in codice in Italia per denunciare la violenza


Le visite
Secondo la Camera Nazionale avvocati per la famiglia e i minori,
«il diritto alla visita ai figli è prevista tra le cause giustificatrici degli spostamenti. Vogliamo portare l’attenzione sul fatto che, in una situazione come quella che stiamo vivendo, individuare in questo campo una regola rigida e identica per tutte le situazioni potrebbe essere rischioso e immotivato, e ledere il diritto di uguaglianza (trattando nello stesso modo situazioni diverse). Come Associazione, invitiamo tutti gli attori in gioco (genitori, in primis; istituzioni del sistema giustizia) ad un dialogo corretto, volto ad evitare abusi in entrambe le direzioni e, quindi, ad evitare restrizioni al diritto di visita, ove non motivate da una situazione ingestibile dal punto di vista del contagio; e, viceversa, a non sottovalutare la situazione emergenziale agitando provvedimenti che disciplinano il diritto di visita in modo avulso dal contesto reale in cui si trova a vivere la prole».


Il decalogo
La Camera degli avvocati ha inoltre redatto un decalogo per la cura e il sostegno dei minori durante l'emergenza coronavirus. Tra i vari punti, il diritto dei bambini
«a mantenere una relazione profonda e un rapporto significativo con entrambi igenitori, e continuare ad essere cresciuti,tutelati ed educati da entrambi,compatibilmente con le restrizioni in atto e la necessità di tutela della salute pubblica e personale loro e dei familiari».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA