Ieri l’autopsia, eseguita dal professor Adriano Tagliabracci, ha stabilito che la donna, originaria di Roseto degli Abruzzi, è stata uccisa da un infarto fulminante, una morte naturale che chiude il fascicolo penale della procura, ma affaccia su una storia che tocca il cuore, fatta di emozioni e dedizione. Ringo non ha retto, è morto accanto alla sua amata padrona dopo averla vista sentirsi male, lasciare il guinzaglio, provare ad appoggiarsi e cadere nel dirupo tra canne e vegetazione alta: è stato qualche ora a vegliare il corpo, ma Elisa non ha mai risposto ai suoi lamenti, non poteva, e Ringo si è lasciato morire. Un batuffolo bianco sul ciglio della strada è stato avvistato, per primo, dal genero, che stava cercando Elisa, scomparsa dalla sera prima. Poco distante, in un fossato, il corpo della donna.
Qualcuno a Camerata Picena racconta che forse il cuore di Elisa, cardiapatica, non ha retto per aver assistito alla morte improssiva del suo Ringo. Comunque sia andata è la storia di un legame profondo tra uomo e animale, quell'amore speciale e irripetibile che vive e si alimenta in coppia, quando l'uno o l'altro se ne va il dolore è troppo forte. Vuoto e solitudine circondano umani e animali. La vita resta appesa a un'intesa che non c'è più. Sguardi e guinzaglio, carezze e ciotole di crocchette. Tutto finito. Così Elisa e Ringo hanno deciso di andarsene insieme.
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