Giulia Grigoletti, pilota Canadair: «Spengo incendi come un uomo»

Giulia Grigoletti, pilota Canadair: «Spengo incendi come un uomo»
di Maria Lombardi
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Sabato 4 Gennaio 2020, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 14:58

«Giulia torna al tuo posto», la rimproverava la maestra. E lei con gli occhi al cielo, dalla finestra della scuola, a inseguire ogni aereo che sorvolava la città. Tutte le volte così, passava un aeroplano e Giulia correva alla finestra e la maestra si arrabbiava. Il pomeriggio, poco più grande, andava a piedi fino al piccolo aeroporto di Boscomantico, vicino Verona, a seguire atterraggi e decolli. Non ha mai pensato ad altro che al volo, Giulia Grigoletti, e quando ha visto per la prima volta un Canadair sfiorare il lago di Garda e poi riprendere quota ha deciso che la sua vita sarebbe stata quella: tra l'acqua e il fuoco, giù e poi su, sfidando onde e nuvole di fumo. Adesso è una dei tre piloti donna in Italia ai comandi degli aerei che spengono gli incendi, lavorano tutte per la Babcock Italia, l'azienda, specializzata nei servizi di emergenza aerea, che gestisce una flotta di 19 Canadair - la più grande al mondo - di proprietà dei vigili del fuoco.

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Ora Giulia - originaria di Verona - ha 33 anni e oltre 1.400 ore di volo. «Un lavoro entusiasmante, ogni volo è diverso e creativo, ti lascia qualcosa. È una sfida continua che ti fa sentire utile alla comunità. Quando sei impegnato a spegnere qualche incendio delicato e senti che la gente ha bisogno di aiuto, dici sempre: forza, proviamo a fare un altro sgancio. Anche se ne hai già fatti tanti e dovresti rientrare. Hai sempre la sensazione di fare del bene e di essere vicino alle persone, questo ti spinge a fare sempre di più».
E non si pensa al pericolo di toccare il mare e poi avvicinarsi al fuoco? «La paura c'è, ogni tanto si prendono degli strizzoni, come diciamo noi, ma si passa oltre. Mia madre era sempre preoccupata e mi diceva: non dirmi quando vai in volo. La prima volta che ho pilotato da sola, era il 12 dicembre, sono tornata a casa felice e lei: tu, lì non ci torni più. Fosse ancora in vita, sarebbe di sicuro preoccupata del mio lavoro». Sospesa tra cielo, acqua e fiamme, «e non sai mai come li trovi: a volte il mare è brutto, a volte è brutto il fuoco o ci sono turbolenze o l'incendio è sotto costa. Capita che entri in acqua e la senti morbidissima, come atterrare su una nuvola di piume. O capita che il mare è durissimo, con le onde».
 

 



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Giulia Grigoletti, di base a Ciampino, dopo le scuole medie ha frequentato l'istituto tecnico aeronautico e con il diploma ha cominciato a lavorare nelle scuole di volo come segretaria per fare esperienza e raccogliere i soldi per prendere il brevetto. Dal 2016 vola sui Canadair, «noi abbiamo la flotta con il maggior numero di nuovi modelli, i Cl 415. E da quest'anno, grazie a Babcock, anche il primo simulatore di volo al mondo per Canadair, all'aeroporto di Malpensa, dove vengono da tutto il mondo. Una novità molto importante per noi piloti, prima l'addestramento avveniva solo sull'aereo. Ora è aumentato il livello di sicurezza e la preparazione».

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L'estate è una sfida tutti i giorni. «Un grande impegno, sia mentale che fisico. Si vola tra le nuvole di fumo, e dopo tante ore di sganci si sente la stanchezza. In più, bisogna stare attenti ai fili di alta tensione che spesso non si vedono: Babcock è da sempre sensibile a questo problema, con la richiesta di una mappatura nazionale e con attività di formazione per noi piloti e con la ricerca di tecnologie che ci aiutano nella segnalazione degli ostacoli». Per una donna è più difficile dal punto di vista fisico affrontare manovre delicate come quelle sul Canadair? «Non c'è differenza con un uomo, è solo una questione di tecnica e di addestramento. Anche se noi donne siamo poche non ho incontrato ostacoli e la nostra società ha a cuore il tema delle pari opportunità. Non serve forza, ma passione, studio e dedizione».
 

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