Giorgia: «Ho lottato 8 anni con la bulimia. Chiedete aiuto, dalla malattia si può uscire»

Giulia: «Ho lottato 8 anni con la bulimia. Chiedete aiuto, dalla malattia si può uscire»
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 14:52
«Reborn, nata 2 volte». Giorgia racconta il suo ritorno alla vita in un ebook, dalla bulimia che per otto anni le ha tolto tutto, amici speranze e forza, alle cure e infine alla salvezza. «Chiedete aiuto, dalla malattia si può uscire», è il messaggio della giovane donna perugina di 22 anni.

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Si è fermata a pochi metri dal baratro, racconta. Quando ha capito che non c'era altra strada, ha accettato il ricovero per quattro mesi a Palazzo Francisci di Todi, dell'Asl Umbria 1, un polo di eccellenza nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. 
«É stata mia nonna, ex allenatrice di pallavolo e quindi abituata al contatto con i giovani, a capire cosa mi stesse realmente accadendo». All’età di 18 anni, dopo vari tentativi con medici, nutrizionisti e psicologi, Giorgia è entrata nella struttura di Palazzo Francisci, racconta PerugiaToday. «Vista la gravità della mia situazione, i medici hanno deciso subito di ricoverarmi per quattro, lunghi mesi ed in quel momento è iniziata la mia rinascita. É stato un po’ come ricominciare tutto da capo, dal principio. Devi imparare nuovamente a mangiare, a confrontarti con lo specchio e con i tuoi fantasmi. Solo a Palazzo Francisci, davanti a quelle pietanze dalle porzioni enormi ai miei occhi, che sono riuscita a capire che il cibo, in realtà era l’ultimo problema da risolvere».

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«Ancora oggi sono seguita settimanalmente, ma l’esordio della malattia è iniziato quando avevo 13 anni. Volevo perdere qualche chilo e così ho iniziato ad eliminare i carboidrati. All’inizio ho vissuto la fase chiamata Luna di miele, che coincide con una sorta di appagamento del proprio corpo e della propria mente senza presagire le reali e drammatiche conseguenze che sarebbero arrivate nel corso degli anni». Otto lunghissimi anni. «La malattia ti toglie tutto: amici, affetti, sogni e speranze. Passavo le giornate chiuse in camera a letto, le energie e la forza per affrontare il mondo vengono a mancare e hai solo voglia di dormire. Il mio racconto è anche un messaggio che vorrei dare a tutte quelle persone, donne e uomini di tutte le età, che si trovano ad affrontare malattie come la mia. Si può guarire, bisogna solo combattere, ma soprattutto chiedere aiuto. Neanche la famiglia può farcela da sola. Ringrazio la struttura di Todi e tutto il suo team perché mi ha permesso di nascere una seconda volta».  
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