Moony Witcher, scrittrice fantasy: «Il nemico invisibile fa paura. Bambini raccontate e disegnate questo male»

Moony Witcher
di Vanna Ugolini
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Domenica 15 Marzo 2020, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 17:21

E' trincerata in casa, a Pavia, insieme ai suoi affetti, ai suoi libri e al suo gatto rosso. Moony Witcher, scrittrice fantasy, che tanto sta facendo sognare i bambini e i ragazzi d'Italia con le sue saghe straordinarie non perde, però, i contatti con i suoi lettori.
«Sono tanti i genitori che mi scrivono e mi chiedono cosa far fare ai figli in queste giornate - racconta la Witcher, il cui nome d'arte, nasconde quello vero, di quando lavorava come giornalista e girava per l'Italia a seguire casi di cronaca nera - Mi rendo conto che chi vive in case piccole, senza spazi esterni, ha più difficoltà con i figli ma io credo che si possa trovare qualcosa per far vivere questo tempo ai figli, anzichè farlo semplicemente passare».

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«Ovviamente, a me che son una scrittrice, piacerebbe che i bambini leggessero, ma mi rendo che non è possibile farlo tutto il giorno. Credo, intanto che sia importante dare un ritmo alla giornata, una sorta di cronoprogramma non certo rigido come quando si va a scuola o al lavoro, ma comunque far sì che i bambini e i ragazzi non stiamo troppo davanti alla televisione o al celllulare»

La creatrice di "Nina la bambina della sesta luna", di Morga, della trilogia di Geno e ora della saga di Garry Hop che sembra scritta apposta per questo periodo, dato che uno dei protagonisti del secondo libri è proprio un grande pipistrello che vive in una caverna d'oro, ha molte idee da regalare ai bambini e ai ragazzi.

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«Questo tempo potrebbe essere utile per raccontare ai bambini come i nonni passavano il loro di tempo libero quando erano piccoli, con cosa giocavano, cosa avevano in casa. Poi ci sono giochi che richiedono poco spazio e sono molto economici: a casa tutti hanno dei fogli e dei colori. Sarebbe bello che in questo periodo i bambini disegnassero i ritratti dei loro familiari e che questi ritratti fossero conservati a testimonianza di questo periodo, di come si è rimasti uniti in famiglia».

E poi la scrittura. Quella che riempie la giornata di Moony e che le ha regalato una notorietà in tutto il mondo: i suoi libri sono tradotti in decine di lingue. «Non intendo solo scrivere per i compiti di scuola, ma farlo in maniera creativa: inventarsi personaggi, storie. La tecnologia è importante, ci fa stare in contatto. Ma la scrittura muove altre corde, va più in profondità perchè la parola scritta fornisce capacità di riflessione. I ragazzi oggi vivono una realtà che sembra virtuale. Sembra stiamo vivendo in un film di fantascienza. Scrivere, riflettere aiuta a distinguere e, anche a elaborare le paure e le ansie».

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«Forse fuori dalla Lombardia non c'è l'esatta percezione di quello che stiamo vivendo noi - prosegue Moony Witcher - : qui sembra un mondo surreale. C'è un silenzio innaturale per le strade. Gli ospedali non fanno più visite nè controlli che non siano estremamente urgenti, le città sembrano svuotate, immobili,  e per i bambini questo clima può essere molto angosciante. E' importante usare la fantasia, altrimenti si impazzisce», continua Moony Witcher, che presto comincerà a scrivere la terza puntata della saga di Garry Hop.
«I bambini non possono uscire, non possono vedere i loro amici e sanno che c'è un male invisibile che potrebbe far del male a loro o alle persone a cui loro vogliono bene. Questo male invisibile va raccontato, perchè un nemico che non si vede fa paura. E' un male incontrollabile  che ti arriva dentro e l'unica cosa che puoi fare è stare a casa usare la fantasia e la riflessione della scrittura. La scrittura e la lettura fantasy può servire moltissimo, perchè è un linguaggio molto vicino ai bambini e ai giovani».
«Sarebbe bello che i ragazzi scrivessero, inviassero lettere a degli amici immaginari, inventassero storie fantastiche e che tutto quello che producono in questo periodo rimanesse come una testimonianza che potesse, una volta tornati a scuola, anche continuare ed essere elaborata con le insegnanti»
 

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