Un Meraviglioso Groviglio: la videoinstallazione di Isaac Julien dedicata a Lina Bo Bardi

Mostra Lina Bo Bardi
di Maria Serena Patriarca
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Lunedì 12 Ottobre 2020, 17:28 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 10:58

Un appello contro la tecnocrazia e il messaggio che solo il ritorno al contatto con la natura e con le tradizioni ancestrali potrà salvarci. Grande successo, al museo Maxxi di Roma, per la videoinstallazione del filmaker inglese Isaac Julien dedicata ad una delle donne architetto più importanti del XX secolo, l’italiana naturalizzata brasiliana Lina Bo Bardi. “Un Meraviglioso Groviglio” (A Marvellous Entaglement) il titolo di questa esperienza artistica che sarà al Museo delle Arti del XXI Secolo fino al 17 gennaio 2021, nell’ambito di un progetto tutto al femminile a cura di Luigia Lonardelli, con l’allestimento e il coordinamento tecnico di Dolores Lettieri, la consulenza scientifica dei materiali di archivio di Elena Tinacci, il coordinamento illuminotecnico di Paola Mastracci e la sezione dedicata alla Conservazione di competenza di Roberta Magagnini.

 

Il concetto che unisce Isaac Julien a Lina Bo Bardi è che il tempo non è lineare, bensì è un meraviglioso groviglio. Protagoniste della videoinstallazione sono le due attrici Fernanda Montenegro e Fernanda Torres (madre e figlia nella vita, che interpretano Lina da anziana e da giovane), i cui piani narrativi basati sugli scritti e sulle dichiarazioni della Bo Bardi si intersecano, miscelandosi con le immagini di Salvador de Bahia e di San Paolo in Brasile, con le caratteristiche processioni legate al culto del Candomblé e le donne vestite di bianco. Silenzi, suoni, musica e riflessioni sul compito dell’arte che rivivono attraverso le immagini in nove maxischermi, e che rievocano anche il percorso personale di Lina Bo Bardi, che nel 1946 lasciò l’Italia con il marito Pietro Maria Bardi per trasferirsi in Sud America. Protagonista assoluto dell’installazione è il movimento, con il tocco personalissimo dell’artista visivo Julien. L’opera è un itinerario attraverso i progetti brasiliani dell’architetta, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. Nella seconda parte della galleria per la prima volta è esposta una serie su grande scala di collages fotografici ottenuti sovrapponendo più strati di ritagli colorati, in omaggio al montaggio cinematografico. E colpisce una frase di Lina Bo Bardi riportata nell’ultima sezione della mostra: “il tempo non è lineare, è un meraviglioso groviglio in cui, in ogni momento, si possono scegliere punti e inventare soluzioni, senza inizio né fine”.

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