La battaglia di Eleonora per ottenere dall'Ordine il timbro “Architetta”: «Facciamo capire che esistiamo»

La battaglia di Eleonora per ottenere dall'Ordine il timbro “Architetta”: «Facciamo capire che esistiamo»
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Lunedì 3 Agosto 2020, 13:12
«Facciamo capire che noi esistiamo». Eleonora Mariotti ha preteso una “a” sul timbro. ArchitettaDopo aver conseguito il master in bioarchitettura lavora part time per una pubblica amministrazione - scrive la Gazzetta di Modena - e collabora con un’associazione di volontariato che promuove bioarchitettura e autocostruzione della propria casa con materiali naturali. Ha chiesto all'ordine di Modena di poter utilizzare il titolo al femminile.

«Nella lingua italiana la declinazione al femminile, in “a”, esiste, ma non viene mai utilizzata, questo perché alcune professioni fino a poco tempo fa sono state esclusivamente appannaggio maschile. Con il riconoscimento del titolo al femminile facciamo capire che ci siamo, che ci si può contare, e che non siamo ombra o eccezione in questa e in altre professioni».

Le strade sono degli uomini: solo 7 su 100 intitolate a donne. E le statue femminili quasi non esistono

Già in altre città è prevista sul timbro la dicitura al femminile: prima a Roma, poi Bergamo, Torino, Milano, Udine e infine Modena. Bisogna però fare una richiesta. «C’è sensibilità, ma poco coraggio; ci deve essere una che comincia, e soprattutto il supporto delle altre colleghe. Viene inteso il termine al maschile come neutro, ma la lingua italiana ne è priva, a parte pochissime parole; per cui l’utilizzo è improprio. La donna è spesso vittima di un pensiero di matrice maschile, e quello che mi auguro è che possa seguire un percorso di autodeterminazione, indipendente dall’uomo. La differenza tra uomo e donna esiste, la parità ancora no, e questo lo dimostra il gender gap, in Italia ancora elevato, e ci definiamo industrializzati e civilizzato. Qqueste piccole battaglie sono il primo modo di cambiare il resto, e tutti dobbiamo fare il nostro piccolo, come con un compasso: dal cerchio più piccolo a quello più grande, dalla cerchia di amici a tutti gli altri, attraverso l’educazione e facendosi sentire».
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