Le amiche della prof uccisa dal compagno: «Un fischietto contro la violenza»

Le amiche della prof uccisa dal compagno: «Un fischietto contro la violenza»
di Raffaella Troili
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Giovedì 13 Giugno 2019, 18:15

Hanno consegnato un fischietto davanti al tribunale, a uomini e donne. Per usarlo ogni volta che sentono una donna in difficoltà. Sempre presenti a tutte le udienze, amiche e studenti di Michela Di Pompeo, la docente di filosofia della Deutsche Schule di Roma uccisa dal compagno Francesco Carrieri in un appartamento in via del Babuino, da allora - era il primo maggio 2017 - non hanno mai smesso di chiedere giustizia e combattere il femminicidio.

«Avevamo un fischietto appeso al collo. Vogliamo lanciare una campagna per cui le donne ma anche gli uomini possano fischiare quando sentono altre donne in pericolo. Munite tutte di fischietto creeremo un richiamo che non passerà inosservato né agli uomini in preda alla loro follia, né alla comunità, né alle forze dell’ordine. Muniamoci tutti di fischietto, dunque». Paula Queiroz, grande amica di Michela spiega: «Siamo un movimento spontaneo di amici e studenti, vogliamo aiutare, senza aggiungerci alle tante associazioni che portano avanti la lotta alla violenza sulle donne. Michela è la nostra ispiratrice: amava il dialogo, la non violenza, l'idea di cambiare una certa mentalità, Ci riuniamo ogni volta che c'è un'udienza e proviamo a concretizzare delle idee. Come quella di portare un fischietto e distribuirlo in tribunale, oggi in occasione dell'avvio del processo d'appello per l'omicidio di Michela. Se i vicini sentono una donna in difficoltà, vedono una scena di violenza in strada, possono attivarsi, dare un segnale d'allarme.Invitiamo tutti ad averne uno a portata di mano a casa».

Paula Queiroz era intima della coppia, avevano trascorso il weekend insieme a Sperlonga. Poi Francesco Carrieri era voluto tornare a Roma, geloso e scostante, c'era stato anche qualche piccolo diverbio tra i due, l'uomo dopo un declassamento non andava al lavoro da due mesi. «Non era più - raccontano le amiche di Michela - quell'uomo pieno di sè, che millantava affari e potenza». Ma c'era Michela, aveva provato anche un vestito da sposa quel pomeriggio, lo rassicurava, invitava a tornare in banca, diceva «ce la faremo». 

«Purtroppo molti uomini quando perdono l'autostima vanno in crisi, non accettano l'aiuto delle donne, perdono il controllo di sè. Prima che esploda la violenza, prima che rovinino la vita di tanta gente, forse un banale fischietto, che li avverta: “guarda qualcuno ti sta ascoltando” potrebbe essere efficace, forse anche chi è in preda alla rabbia si ferma prima, non uccide tanta gente... Quanto a noi saremo sempre presenti, non vogliamo vendetta ma che la verità venga fuori e che non si applichi la furbizia per giustificare la semi infermità mentale». 

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