Girl power alla Disney: in Aladdin Jasmine non punta all'amore ma al sultanato

Girl power alla Disney: in Aladdin Jasmine non punta all'amore ma al sultanato
di Alessandra Spinelli
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Mercoledì 29 Maggio 2019, 09:12

I tempi di Biancaneve, dolce e umile, e di Cenerentola, remissiva fino alla servitù, sono davvero tramontati. Nessun principe regalerà più alla sua principessa da fiaba un futuro da vissero felici e contenti: in tempi di girl power è lei in caso a definire nuovi finali e forse non tutti derivati da un bacio. E non bastassero le volitive Ariel, Belle, Mulan e soprattutto Anna ed Elsa, a certificare l’avvenuto cambio di rotta della Disney, ecco l’incredibile Jasmine del nuovo live action Aladdin, campioni di incassi in tutto il mondo. La bella principessa, se nel film del ‘92, voleva solo sposarsi per amore, adesso ambisce a diventare sultano.

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IL REMAKE
Nell’ennesimo remake di una delle più belle favole delle Mille e una Notte - il primo movie fu del 1899 - la principessa, interpretata dall’attrice Naomi Scott, è ribelle alla tradizione patriarcale. Bella, determinata, intelligente e studiosa. Nessuno può dirle di stare zitta e la sua ambizione è più concreta di quella della bimba che in Dumbo sognava Marie Curie. La Principessa Jasmine vuole solo fare il meglio per Agrabah, la sua terra, e il suo obiettivo, Aladdin (Mena Massoud) e Genio della lampada (Will Smith) presenti o meno, è diventare il nuovo leader della città. Non vuole però soltanto dirlo, ma anche dimostrarlo. D’altra parte ha tutte le qualità necessarie per essere un leader, e alla fine della storia riuscirà a farsi avanti e a compiere il suo destino, diventando la guida necessaria per il suo popolo. D’altra parte è tutto esplicitato nella sua canzone: “Il mondo è mio” cantata in italiano dalla brava Noemi Rivieccio, seconda a X factor.

SEGNO DEI TEMPI
Un segno dei tempi, un’evoluzione puntellata non solo dalla Disney ma anche dalla nuova letteratura per ragazzi che ha colpito e affondato tutta una serie di stereotipi cominciando con le “Storie della buonanotte per ragazze ribelli” di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, un vero caso letterario, fino a passando per te per ragazze ribelli fino a “Indomite”, biografie di 15 donne straordinarie scritto da Penelope Bagieu. E segno che il seme lanciato nel lontano 1973 dalla sociologa Elena Gianini Belotti “Dalla parte delle bambine” sui condizionamenti culturali ha dato finalmente i suoi frutti. Peccato solo che la bella Jasmine nel film di Guy Ritchie, girato in una splendida Giordania trasfigurata in stile Bollywood, alla fine raggiunga sì il suo obiettivo non solo perché determinata e ormai forgiata da mille esperienze, ma perché il padre, il sultano, decide di accontentarla e di
 di cederle il potere. 

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