I finanzieri, anche grazie alla collaborazione del direttore di un istituto bancario insospettitosi dei numerosi e ingenti prelievi che stavano drenando il conto corrente, in poco meno di un mese, hanno ricostruito la vicenda attraverso l’esame dei flussi finanziari. In particolare, dalle indagini è emerso che i tre soggetti, un commercialista, il fratello di questi e un pensionato, approfittando dello stato di bisogno, del deficit psichico e della confusione della donna, nell’arco di due anni avrebbero indotto quest’ultima a firmare a loro beneficio assegni o bonifici bancari per un importo complessivo di 250.000 euro, con causali inverosimili come regalie o consulenze.
La signora, che vive da alcuni anni uno stato di solitudine esistenziale, ed incapace di comprendere il valore economico anche dei prodotti alimentari comuni, era convinta ad esempio, che un filoncino di pane potesse costare indifferentemente 1000 lire o 1.000 euro. Da ultimo, i 3 soggetti, con l’intenzione di dissimulare il tesoro della malcapitata, hanno cercato di incassare in contanti la somma di 1.300.000 euro, sottoponendo alla firma della vittima un assegno con dicitura “me medesimo”. I tre sono ora indagati.
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