Fano, madre ultranovantenne dell'ex sindacalista anti-raggiri sventa la truffa dei falsi incidenti stradali

Truffe al telefono (foto d'archivio)
di Osvaldo Scatassi
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Giovedì 27 Agosto 2015, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:56
FANO - Sventata ieri un’elaborata truffa ai danni di un’anziana fanese, alla quale una banda di truffatori ha provato a spillare 3.500 euro in contanti oppure una caparra in gioielli. La pensionata presa di mira, 93 anni, è però la mamma di Sergio Schiaroli, ex sindacalista dedicatosi al contrasto dei raggiri ai danni dei consumatori: questa volta ha difeso gli affetti più cari.



«Mia madre si è molto allarmata, l’ho portata a casa con me e poi ho denunciato l’episodio in commissariato», ha raccontato Schiaroli, aggiungendo di avere affisso un cartello all’ingresso del palazzo, in via Vanvitelli a Sassonia, per avvertire i condomini del possibile rischio. Sì, perché era evidente che gli impostori avevano preso di mira gli abitanti dell’edificio: almeno un inquilino ha ricevuto la stessa telefonata-trappola.



Si potrebbe definirla la tecnica dell’avvocato. Una prima chiamata, di un legale dal nome di fantasia, ha avvisato l’anziana che era scaduta l’assicurazione Rc Auto di suo figlio. Poco dopo ne è arrivata un’altra, diversa la voce, che diceva più o meno queste cose: «Suo figlio ha avuto un incidente stradale, non si preoccupi perché è una sciocchezza, però bisogna sistemare al più presto la questione assicurativa. Prepari 3.500 euro, l’avvocato verrà da lei a ritirarli. Non ha il contante? Dei gioielli per caparra andrebbero bene lo stesso».



A quel punto la donna si è allarmata, ha interrotto la conversazione e telefonato all’altro figlio: «Tuo fratello ha avuto un incidente». Saputo della richiesta di contante o gioielli, Sergio Schiaroli ha mangiato la foglia e ha fatto la telefonata di verifica, ottenendo la conferma che suo fratello non aveva avuto incidenti di sorta, quindi si è precipitato a casa della madre per rassicurarla. Quando lei aveva chiesto di parlare al telefono con il figlio (dell’incidente inventato), il secondo truffatore le ha risposto che era al piano di sopra, a colloquio con un maresciallo di polizia, e che di conseguenza non avrebbe potuto passarglielo.