Tolentino, non riusciva neanche
a muoversi, ora danza

Fabio Bacaloni
di Sauro Ciarapica
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Martedì 26 Aprile 2016, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 12:17

TOLENTINO - Dalla malattia al ballo. È la storia del tolentinate Fabio Bacaloni, 34 anni. Una storia iniziata nel 1997, quando, grazie ad attività organizzate dall'istituto che frequentava, l'Itis di San Severino, Fabio si avvicina alla danza e approda al Centro teatrale Sangallo. Poi si iscrive ad architettura. E qui, a cavallo tra il 2000 e il 2001, si manifestano la rettocolite ulcerosa e l'artrite reumatoide: la prima è una malattia autoimmune, la seconda è correlata alla prima. È l'inferno.
 


Per alzarmi dal letto impiegavo diversi minuti - racconta Fabio - Entrare in auto era quasi impossibile. Avevo dolori ovunque e non riuscivo quasi a muovermi». È così fino al 2005, quando va a Roma da uno specialista. Fabio inizia una cura sperimentale. I dolori spariscono e si riavvicina allo spettacolo e al Centro Sangallo. «Sei portato per la danza», gli dicono, e lui si cimenta anche nella classica. «La danza mi ha sempre attirato più della palestra - dice - E la cura dava frutti che neanche io speravo. Riuscivo a ballare». 

Conosce insegnanti di danza contemporanea, tra cui Roberto Lori, entra nel cast di spettacoli che girano le Marche. La danza contemporanea gli entra nel sangue. Le collaborazioni fioriscono: prima «uno spettacolo con una compagnia di Firenze. Poi scopro il teatro per bambini. E con Lori mettiamo in piedi Il gatto con gli stivali. Abbiamo fatto 34 date e sono in programma altri 20 appuntamenti. Ora lavoro a una nuova produzione per il 2016. Ancora non ci credo. Neanche i miei familiari ci credevano. Ogni volta che mi esibisco si commuovono. Da una quasi immobilità al ballo. È incredibile». 

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