Stamina, Cassazione contro il tribunale di Pesaro
Mamma Tiziana replica duramente al ministro

Stamina, Cassazione contro il tribunale di Pesaro Mamma Tiziana replica duramente al ministro
di Elisabetta Rossi
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Venerdì 13 Giugno 2014, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 19:00
PESARO - Il Tribunale di Pesaro ancora nel mirino dei giudici. Dopo il fascicolo aperto dal Csm, ora il turno della Cassazione. Il pg della suprema corte, Gianfranco Ciani, ha infatti avviato una preistruttoria disciplinare sul Tribunale di Pesaro reo di aver incaricato Marino Andolina, numero due di Stamina, a proseguire le infusioni sul piccolo Federico Mezzina di Fano, nonostante il medico sia indagato dalla Procura di Torino.

E intanto, Tiziana Massaro, la mamma di Federico, replica al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che l’altro giorno ha espresso il suo sconcerto per la decisione del Tribunale di Pesaro. «Non posso che esprimere preoccupazione e sconcerto – commenta Tiziana - per le dichiarazioni del ministro Lorenzin che si duole del fatto che il Tribunale di Pesaro abbia nominato Andolina, persona indagata, come ausiliario del giudice. Il collegio ha agito nel pieno rispetto della legge. Infatti, dovrebbe essere noto a un Ministro che il nostro ordinamento prevede la presunzione d'innocenza, principio del diritto penale secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva ovvero fino al terzo grado di giudizio. Mi spiace ricordare al Ministro che nel nostro Paese molte cariche politiche, persino parlamentari, sono ricoperte da indagati e/o condannati. Mi sconcerta ancor più l’interpretazione del Ministro della legge 57/13. Invero da un’interpretazione letterale della norma non si rinviene alcuna limitazione alla prosecuzione della terapia per quei malati che, come Federico, avevano già avuto accesso alla terapia stessa prima dell’entrata in vigore del decreto Balduzzi. Così come alcuna limitazione si rinviene da un interpretazione logica del decreto Balduzzi perchè nei lavori preparatori chiaramente si legge che «un principio etico, largamente seguito in sanità, secondo cui un trattamento sanitario avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali, non deve essere interrotto». Mi preme precisare che ci sono state oltre 400 infusioni senza effetti collaterali. Mi creda caro Ministro, siamo noi cittadini che rimaniamo sconcertati di fronte alla sua immobilità».
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