«Il sindaco – dice Franco Sturani rappresentante Cgil - si era impegnato a trovare una nuova sistemazione ai lavoratori tagliati fuori dal passaggio delle attività dallo Stabile a Marche Teatro. L’impegno sinora è stato mantenuto solo per uno dei tre dipendenti, un amministrativo, trasferito nell’organico di una partecipata. Faremo pressioni affinchè anche l’addetta alla formazione e la centralinista ricevano lo stesso trattamento. Le lavoratrici dovrebbero lasciare il posto tra ottobre e novembre. Abbiamo ancora tempo per tentare il tutto per tutto. Dopodichè se sarà necessario passeremo alle maniere forti».
Insorgono i consiglieri comunali Sel e M5S Stefano Crispiani e Andrea Quattrini. «A luglio – tuonano – il sindaco aveva garantito in aula che nessuno sarebbe finito in mezzo a una strada, assicurando la continuità del lavoro del personale escluso da Marche Spettacolo. Ma ha disatteso il suo impegno. Vogliamo vederci chiaro».
A spedire le lettere alle due dipendenti Carlo D’Ascanio, il commissario dello Stabile, la cui struttura societaria è ancora esistente. Fino a luglio D’Ascanio aveva puntualmente pagato lo stipendio alle due dipendenti. Ma le risorse sarebbero finite e lui, impossibilitato a mantenere in vita i contratti, si sarebbe visto costretto a inviare le lettere di licenziamento. Ma perché le due impiegate non sono state assorbite da Marche Teatro? Le loro funzioni all’interno del nuovo soggetto culturale sono state affidate a chi ricopriva lo stesso ruolo alle Muse, Inteatro e Canguro. In particolare l’incarico di seguire la formazione è stato assegnato a chi già se ne occupava per Inteatro.