Una possibilità che i pesaresi hanno sfruttato perché al 31 dicembre 2013 le posizioni aperte per la rateizzazione del debito erano 12.856 per un valore di 134 milioni di euro. Insomma il dato cresce ed è indicativo della crisi che ha colpito il territorio. A Pesaro in media ogni richiesta di rateizzazione è per un debito da 10 mila euro, ma vanno valutate caso per caso. Le imposte non pagate fanno emergere alcune considerazioni. Simona Ricci, segretaria provinciale Cgil, ammette di aver «parlato con molti sindaci del territorio. È emerso che i cittadini non riescono a pagare sempre le imposte come Imu, Tari, Tasi, per questo c’è una vera e propria crisi di liquidità. I comuni ancora legati ad Equitalia avanzano quindi richieste di rientro del debito dei contribuenti. Poi ci sono anche le partite Iva e il mancato pagamento dell’Irpef. Sarebbe interessante capire quanti sono i debiti per le varie richieste di dilazione. In ogni caso è un segnale che c’è la volontà di saldare il debito, ma la crisi ha messo in ginocchio i contribuenti».
A tracciare l’identikit è Floro Bisello, responsabile Adusbef. «Sono soprattutto artigiani o persone della piccola industria. Le cartelle arrivano perché il reddito è calato e non si riesce a rispondere a tutte le scadenze, comprese quelle per il versamento all’Inps dei contributi. Sono sempre di più quelli che ricevono gli avvisi e naturalmente vogliono rateizzare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA