Pesaro, la minore testimonia contro il biciclettaio: «Merende, film porno e proposte oscene»

Pesaro, la minore testimonia contro il biciclettaio: «Merende, film porno e proposte oscene»
di Elisabetta Rossi
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- Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 15:22
PESARO - Ha rivissuto con molta fatica i pomeriggi passati nel retrobottega di quel biciclettaio, tra l’odore di gomme e olio, mentre la mano grande di quell’uomo che credeva un amico le scivolava sui seni e poi giù fino al bacino. Lo ha fatto di fronte al giudice Giacomo Gasparini, al pm Giovanni Narbone e alla psicologa durante l’incidente probatorio fiume – durato dalle 11.30 alle 16.30 - che si è svolto ieri nell’aula per l’audizione protetta dei minori nel Tribunale di Pesaro. Ma non è stato affatto semplice. Lei, 14enne pesarese, 13enne all’epoca dei fatti, (assistita dall’avvocato Elena Fabbri) si è bloccata più volte nel suo racconto. Le parole le si sono congelate in gola. A mettere insieme tutti gli altri pezzi della storia ci hanno pensato le altre quattro ragazzine ascoltate come testimoni della vicenda che a novembre scorso ha fatto finire agli arresti domiciliari un biciclettaio 40enne del centro storico con le accuse di violenza sessuale, atti sessuali e corruzione di minorenni. All’incidente probatorio era presente anche l’indagato (difeso dall’avvocato Isabella Pasqualini) che, tramite il suo legale, ha chiesto di poter far assitere all’udienza anche il padre. Richiesta respinta dal giudice.
Secondo il racconto delle ragazze, tutto è cominciato l’estate scorsa. Il gruppetto si ritrovava nella piazzetta davanti all’officina del biciclettaio ogni giorno per passare il tempo giocando a carte o facendo merenda. Ma lei, la 13enne parte offesa, era quella che finiva sempre per stare parecchie ore con il 40enne. E un giorno l’uomo ha allungato le mani sulla giovane. Poi lo ha rifatto il giorno dopo. E i giorni dopo ancora. Non solo. Una volta il gioco si è fatto più caldo: ha mostrato alla ragazzina e a una delle sue amiche un film porno. L’amica è fuggita, lei invece è rimasta. C’è poi che alla fine di tutti quegli incontri, il biciclettaio finiva sempre per darle in cambio qualche soldo. Si parla di spiccioli. Anche due euro. Ma persino cose da mangiare, come patatine, aranciate, coca cola. E la minore accettava. Una volta, ha detto una delle testimoni, l’uomo le ha infilato 10 euro nei pantaloncini. “A noi non dava niente – hanno riferito le altre – la sua preferita era lei”. Poi il gioco ha rischiato di diventare più pesante. Il biciclettaio ha proposto alla sua piccola Lolita di andare a guardare uno di quei filmetti hot a casa sua. In cambio di 50 euro. Ma in quell’occasione la 13enne si è rifiutata. E forse lì ha cominciato a capire che c’era qualcosa che stonava in quell’amicizia particolare. Così ha deciso di raccontare quello che le stava accadendo alla più grande del gruppo di amiche, che oggi ha 16 anni. La ragazza, ascoltata anche lei ieri come testimone, l’ha subita spinta a fare denuncia. Prima però le ha suggerito di registrare gli incontri con il biciclettaio. E il nastro è finito tra gli atti. Lì si sente l’uomo che si lascia andare ad apprezzamenti per la giovane. Sollecitata dalla 16enne, la vittima si è rivolta alle forze dell’ordine e ha così messo fine a quel gioco pericoloso. All’udienza di ieri era presente anche la mamma della vittima che ha assistito con sofferenza all’audizione della figlia. Ora, fatto l’incidente, la palla passa al pm Narbone che si prepara a chiudere le indagini. 
 
 
 
 
 
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