L’udienza per la convalida dell’arresto si è tenuta in ospedale. I due spacciatori, S.M. di 50 anni e A.M. di 33, avevano adottato un sistema di trasporto pericolosissimo, che li avrebbe esposti alla possibile morte per overdose nel caso i contenitori di droga si fossero aperti per qualche motivo imprevisto. Il margine di rischio è stato ampliato, poi, dall’aver trattenuto a lungo gli involucri di stupefacente per non fornire la prova del reato. Dopo alcuni giorni, però, gli stimoli fisiologici hanno avuto il sopravvento e sono stati recuperati sei ovuli pieni di eroina, per un totale di 260 grammi. Entrambi i magrebini sono stati arrestati per spaccio di stupefacenti dai carabinieri del nucleo operativo, coordinati dal capitano Alfonso Falcucci, e portati in carcere. In origine l’emporio di droga era condotto da tre uomini di origine nordafricana, che vendevano eroina alla stazione ferroviaria di Fano, a Gimarra e all’Arzilla, in via del Moletto, dopo averla acquistata in Campania e tagliata con varie sostanze. Il terzetto aveva clienti, informati con puntualità all’arrivo di ogni nuova partita, sia in città sia in altre zone della provincia. A un certo punto, però, erano iniziati i dissapori e la ditta si era sciolta. Uno di loro, conosciuto come Lo Sporco, si era messo in proprio e in seguito è stato arrestato dai carabinieri per aver rapinato una ragazzina nella stazione ferroviaria, mentre stava prestando soldi a un’amica. Gli altri due si sono riorganizzati in fretta e hanno riallacciato i rapporti con i fornitori campani. Al ritorno a Fano, però, i carabinieri li aspettavano alla stazione ferroviaria per un controllo. Sospettavano che i due viaggiassero a pieno carico, solo che la perquisizione è andata a vuoto: nessuna traccia di droga. I militi non si sono dati per vinti e hanno chiesto esami radiologici per i due magrebini. L’intuizione si è rivelata esatta: c’erano corpi estranei, gli ovuli, nei retti di entrambi.
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