Maltrattano un’alunna disabile a Macerata: schiaffi, minacce e umiliazioni. Ai domiciliari la prof e un’assistente

Le accuse: maltrattamenti per mesi, la denuncia partita dalla scuola

Maltrattano un alunna disabile a Macerata: schiaffi, minacce e umiliazioni. Ai domiciliari la prof e un assistente
di Lolita Falconi
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Domenica 22 Maggio 2022, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 05:54

MACERATA - Una insegnante di sostegno, Alessia Cingolani, e una assistente per l'autonomia e la comunicazione, Marta Morroto, dell'istituto di istruzione superiore Filelfo di Tolentino sono finite agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti aggravati nei confronti di un'alunna autistica. Secondo il quadro tracciato dai carabinieri, durante l'orario scolastico, quotidianamente, la ragazzina è stata destinataria di insulti, rimproveri, urla, minacce e schiaffi ed è stata sottoposta a continue denigrazioni e umiliazioni, fino allo scherno per le difficoltà connesse alla sua disabilità. A notare un comportamento anomalo della docente di sostegno è stata un'insegnante che ha immediatamente segnalato il tutto alla dirigenza scolastica. I militari del Nucleo operativo di Tolentino insieme a colleghi del Reparto operativo di Macerata, con il coordinamento del pm Rita Barbieri e del procuratore facente funzioni di Claudio Rastrelli, hanno dato il via alle indagini nel marzo scorso.
LE OFFESE
Secondo la ricostruzione dei militari dell'Arma la studentessa ha vissuto un incubo fatto di rimproveri, bestemmie e umiliazioni come quelle di non essere mandata in bagno ed essere costretta a farsela addosso, di scrivere un biglietto di auguri alla mamma per vederselo buttare nel cestino o di vedere gettati i suoi biscotti dalla finestra. Oltre alle offese alla ragazzina dicendole che era inutile mandarla a scuola, che era un'incapace e a fare battute sessuali nonostante il suo disagio, i suoi pianti.

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Spiega il colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Macerata: «Di solito, per integrare uno studente diversamente abile le lezioni si frequentano in classe insieme agli altri studenti. Qui invece lei veniva accompagnata in un'altra aula. Poi le docenti la ignoravano, parlavano al cellulare e quando la ragazzina cercava attenzione dalle insegnanti queste rispondevano con bestemmie e offese. Una volta le hanno fatto scrivere ripetutamente una frase e poi hanno buttato la pagina nel cestino. Le dicevano che era bugiarda, e così quando chiedeva di andare in bagno non le credevano, una volta ha fatto i suoi bisogni addosso per poi sentirsi insultata». La comandante della compagnia dei Carabinieri di Tolentino, la capitana Giulia Maggi, osserva: «L'insegnante e l'assistente spesso stavano al telefono, facevano altre cose. Raramente proponevano alla ragazza un elaborato e quando lo facevano finiva con colpi sulle mani e sulla nuca con una bottiglietta di plastica. C'erano anche schiaffi e spintoni quando la ragazza cercava l'affetto di un contatto fisico, facevano allusioni sessuali a fronte di gesti innocenti».
LA DENUNCIA DELLA SCUOLA
Gli investigatori hanno infine sottolineato la piena collaborazione fornita dalla scuola di Tolentino.

La prossima settimana ci saranno gli interrogatori di garanzia delle due indagate. Ha spiegato l'avvocato Diego Casadidio, difensore di entrambe le indagate: «L'alunna è seguita da diversi anni dalle indagate sulla base delle indicazione della equipe medica e in stretta collaborazione con la famiglia. Non è stata mai fatta alcuna violenza sulla alunna. La non conoscenza della problematica specifica dell'autismo grave ha comportato una evidente distorta valutazione delle azioni di contenimento che le insegnanti hanno adottato».

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Difende l'immagine della sua scuola il dirigente Donato Romano. «La scuola è parte lesa - esordisce - . Per quanto mi riguarda, una volta informato della situazione, ho provveduto tempestivamente come pubblico ufficiale a denunciare i fatti ai carabinieri». Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi commenta: «Se la vicenda sarà confermata dal proseguo delle indagini è una cosa inaccettabile, ma il Filelfo è un grande istituto e lo resterà. Alziamo la guardia su tutte queste vicende perché ci insegnano a non rilassarci».
 

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