San Severino, la sorella di Debora: «Negli occhi di Simone rivedevo lo sguardo di nostra madre»

Debora Calamai e il piccolo Simone Forconi
di Alessandra Bruno
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Mercoledì 31 Dicembre 2014, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 12:50
SAN SEVERINO Il vuoto lasciato dal piccolo “Simo”, ucciso la Vigilia di Natale dalla mamma killer, ha spaccato il cuore di due famiglie. Il ricordo della zia Tiziana: «Era come un angelo sceso dal cielo». Non riesce a trattenere le lacrime la zia materna di Simone Forconi, il 13enne pugnalato a morte da Debora Calamai, subito dopo aver fatto cena e scartato i regali natalizi.



La 38enne di origini toscane, con problemi psichici, aveva paura di perdere la custodia del bimbo, contesa con l'ex marito Enrico, operaio di 43 anni. Forse c'è questo pensiero folle all'origine del tragico gesto. Il giorno del funerale, celebrato lunedì mattina nella chiesa di San Domenico a San Severino, mille persone si sono unite per confortare papà Enrico, zia Valeria e i nonni paterni Gianmario e Tamara. Ma c'è un altro nucleo spezzato dal lutto.



I parenti di Debora, papà Carlo, la sorella Tiziana e il cognato Claudio sono scesi da Firenze, appena appresa la tragica notizia.

Zia Tiziana confida commossa: «Ho perso mia madre anni fa, negli occhi di Simone la rivedevo, quello sguardo lo abbiamo tutte in famiglia, anche mia sorella Debora». Poi prosegue nel racconto, con la voce rotta dal pianto: «L'immagine più cara è quella della nascita di Simone, del suo visino quando era in fasce. Da piccino veniva spesso a trovarci a Firenze, l'ho visto tante volte. Poi ultimamente non più, purtroppo l'ultima occasione è stata tre anni fa». Commuove il dolore composto del nonno paterno Carlo, che ha perso la moglie suicida anni fa: «Siamo andati a trovare Debora a Tolentino, ma non ce l'hanno fatta vedere», sono le uniche frasi pronunciate.





La Calamai si trova nel reparto psichiatrico di Tolentino, piantonata notte e giorno dalle forze dell'ordine. Lunedì il pm Luigi Ortenzi ha chiesto al gip Domenico Potetti l'incidente probatorio per redigere la perizia psichiatrica. Il Gip deciderà a breve, mentre ha già autorizzato il trasferimento da Tolentino a in un ospedale psichiatrico giudiziario, che deciderà il ministero.



I legali dell'indagata Mario Cavallaro e Simona Tacchi, hanno aderito alle richieste del Pm circa l'incidente probatorio. L'avvocato Tacchi ha fatto più volte visita alla Calamai: domenica scorsa le ha portato i vestiti in carcere, a Camerino, dov’era detenuta, e anche ieri è tornata a trovarla in ospedale. Tutto il procedimento giudiziario verterà sull'imputabilità o meno della 38enne: il perito ne dovrà valutare la capacità di intendere e volere. Perito di parte è lo psichiatra Marco Ricci Messori, lo stesso del caso Luca Giustini, il papà killer di Collemarino (Ancona), che ucciso a coltellate nella culla la figlia di 18 mesi.



Il dramma ha scosso gli animi degli alunni. L'istituto Tacchi Venturi, dove Simone frequentava la terza media ha già pensato ad alcune iniziative di sostegno: «E' stato un trauma per l'intera comunità - spiega il preside Sandro Luciani - gli alunni potrebbero maturare un senso di sfiducia nei confronti dei genitori. Per questo al rientro dalle vacanze, gli studenti potranno contare sul supporto degli psicologi della scuola».