Ancona, Vattimo: «Mi scuso con la comunità ebraica, ma Israele sta violando i diritti»

Vattimo ad Ancona mentre firma autografi (foto Marinelli)
di Agnese Carnevali
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Domenica 31 Agosto 2014, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 15:15
ANCONA - Entra pacato e sicuro di s alla Loggia dei Mercanti. Puntuale per ritirare il discusso premio AdMed. Gianni Vattimo non ha mai pensato di rinunciarvi. Tutte le autorit locali si sono rifiutate di premiarlo per le sue dure posizioni contro Israele.



È la prima volta che accade. È il presidente dell’associazione AdMed, Giovanni Seneca, a consegnargli la targa. Torinese, classe 1936, docente di Estetica e di Teoretica. Due volte parlamentare europeo. A valergli il premio, recita la motivazione: «La sua teoria del “Pensiero debole”, riassunta nella massima “la qualità per cambiare il mondo” ed il suo costante impegno per la tutela del patrimonio euromediterraneo per l’emancipazione dell’umanità».



Professor Vattimo, nessuna delle istituzioni ha voluto premiarla, non si sente sconfessato?

«Mi dolgo di quanto accaduto e delle polemiche, ma non ho mai ritenuto di dover rinunciare al premio. La su motivazione mi pare adeguata. Riguarda la mia carriera. Nel mio ultimo mandato in Europa ho lavorato per far valere l’Europa del sud, che siamo noi, per esempio per la sua cultura umanistica. Una cultura non solo più umanistica ma più umana rispetto al nord che viene dalla comune radice della antica Grecia e quindi del Mediterraneo. Anche per questo sento di meritare questo premio».



Nessun ripensamento per le sue parole contro Israele?

«Non ho molto da ritrattare se non le tonalità utilizzate, dettate anche da quell’ambientaccio radiofonico. Mi scuso con la Comunità ebraica, con i miei premianti e le istituzioni perché ho creato difficoltà. Non volevo disturbare. Sono stato poco prudente ad accettare l’invito de “La Zanzara”, ma avevo delle cose da dire ed altri ambienti erano sordi».



Resta quindi sulle sue posizioni?

«Nel dibattito, aperto a tutti, sono disponibile a discutere dei contenuti. Ma lo Stato di Israele sta violando i diritti di un altro stato sovrano e rispetto a questo non ci può essere un giudizio diverso da quello che avrei per un qualsiasi altro Stato che dovesse comportarsi in questo modo, compresa l’Italia. Non è che perché sono italiano posso difendere politiche ingiuste ad opera dell’Italia verso altri popoli. Capisco che per la loro storia gli israeliani si sentano titolati ad avere un plus di rispetto, ma sempre entro certi limiti».