Ancona, presidente della Repubblica
Spacca, Ricci, Bugaro: i grandi elettori delle Marche

La Camera dei deputati
di Agnese Carnevali
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Mercoledì 21 Gennaio 2015, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 13:54
ANCONA - Il presidente della Regione Gian Mario Spacca, il capogruppo Pd Mirco Ricci e il vice presidente del Consiglio Giacomo Bugaro (Fi) designati grandi elettori delle Marche.

Grandi elettori, nessun colpo di scena stavolta in aula, come avvenne due anni fa. Come annunciato Spacca, Ricci e Bugaro saranno i tre rappresentanti delle Marche che il 29 gennaio saranno a Roma per la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ricci ottiene 14 voti, Spacca e Bugaro 11.



Il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, nella terna di due anni fa, resta a casa. Decisione che era già nell’aria. Il Pd aveva già dichiarato di volere un suo rappresentante a Roma, ora che né Spacca né Solazzi fanno più parte del partito. Tra i due, è stato sacrificato Solazzi. Tra le altre proposte, l'autocandidatura di Giancarlo D’Anna (Gruppo misto), mentre tre preferenze sono andate alla consigliera Pd, Letizia Bellabarba. Scheda bianca per Natali, Zinni e Zaffini (FdI - An) anche in segno di protesta con «le decisioni e gli accordi che si vanno delineando a livello nazionale, che partono dalla stessa logica che sottende le riforme fino ad oggi poste in essere».



Riforme al palo per quanto riguarda le Marche. Per la seconda volta l’aula decide il rinvio della seconda, e decisiva, votazione sullo statuto. L’obiettivo è prendere tempo per siglare un accordo politico complessivo tra la riforma dei sei assessori esterni e la legge elettorale, su cui si è cominciato a discutere l’altro giorno in prima commissione, senza raggiungere l’intesa tra maggioranza e opposizione. Il testo della legge proposto dal Pd vede l’introduzione di una modulazione del premio di maggioranza per la coalizione che prende più voti.



Se l’alleanza supera il 40% ottiene 18 seggi, se prende meno del 40 ma più del 32%, 17, più del 25% ma meno del 32, 16. Il disegno di legge prevede anche l’eliminazione della raccolta firme per le forze politiche che sono già in Consiglio, il limite dei due mandati per il governatore, l’abolizione dell’elezione automatica del secondo classificato alla carica di presidente di Regione. Il testo non ha però convinto l’opposizione.