Macerata, Bruno Carletti libero, la ex moglie Francesca Baleani: «Ha pagato, ora può rifarsi una vita, ma stia lontano da me»

Francesca Baleani con il suo avvocato Paolo Carnevali
di Alessandra Bruno
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Venerdì 10 Aprile 2015, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 13:48

MACERATA - «Sono serena, ad un certo punto bisogna dire basta. Non c'è un perdono cristiano, né una condanna». Francesca Baleani non vuole sovraesporsi. Ha un tono di voce dolce, ma le sue parole sono colme di fermezza. Sono passati nove anni dalla mattina di quel 4 luglio 2006: da quando il suo ex marito Bruno Carletti, tentò di ucciderla e poi la gettò in un cassonetto. Le sue grida furono ascoltate dal maceratese Andrea Stortoni, che - così scelse il destino - le ha salvato la vita.

Ma su quel passato Francesca, funzionaria alla Camera di Commercio, non vuole più tornare.

A 45 anni, è una donna nuova: ha avuto una seconda occasione. Quella di rinascere. Oggi, tre gradi di giudizio dopo (e la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione) Carletti è tornato in libertà. Qualcuno lo ha visto in giro, qualcun altro ne ha dato notizia alla stessa Baleani: la voce è arrivata, coperta da un velo di premura. La donna i suoi pensieri li ha affidati a una ristretta cerchia di amici su Facebook. Quello che racconta, senza fare rumore, è solo il frutto di un percorso complesso, affrontato con coraggio e determinazione.

«Non so da quanto sia uscito e non chiedo di saperlo - confida - il pensiero è per mia mamma, lei si potrebbe preoccupare. Io sono serena». Poi prosegue: «Ci sono due vite in ballo: la mia e la sua, che sta cercando di ricostruire. A Macerata io ci lavoro e ho la mia vita, sto bene. Lui ci è nato, ha forse più affetti rispetto ai miei, non si può pretendere che non ci ritorni più. Ha pagato il suo conto con la giustizia, ognuno ha il diritto di rifarsi una vita e di ricominciare da capo».

Nessuna "apertura", però, e Francesca lo ribadisce con la stessa chiarezza con cui apre il suo cuore: «Se ci incontreremo in città è chiaro che uno dei due cambierà strada. Ci sono persone che avrebbero voluto l'ergastolo, altre la forca. Io non sono né per l'uno né per l'altra - spiega Francesca - semplicemente non ho piacere di incontrarlo e non ce l'avrò mai. Ma non voglio passare il tempo a chiedermi se lo troverò al cinema, a teatro o in un posto dove ho deciso di andare».

Francesca è scesa in campo in prima persona: ha condiviso la sua storia drammatica rilasciando interviste e partecipando a diverse trasmissioni televisive. Un esempio per tante donne vittime di violenza: «Ci ho messo la faccia - svela - ma non è stato facile. Ho voluto donare la mia storia ad altre donne. Sono una persona riservata, lavoro con le aziende: ho detto no a tanti programmi tv e non ho mai preso soldi. Tutto quello che ho fatto l'ho scelto e selezionato». Il tempo ha curato le ferite dell'anima e del corpo, ma le cicatrici resteranno per sempre: «Alcuni danni fisici li ho ancora - continua Francesca - altri li ho bypassati. Porto i segni di quell'esperienza, non c'è un giorno in cui non me ne ricordi, guardandomi allo specchio. I segni mi ricordano che "è successo e sono ancora qui"».

Al fianco di Francesca, durante il lungo iter giudiziario c'è stato, tra gli altri, il suo avvocato Paolo Carnevali: «In questi anni mi sono stati vicini tanti amici, tante persone care, non mi sono mai sentita sola, né mi ci sento ora. Non ho un compagno - conclude quasi con una battuta - ma non perché ho sùbito un trauma. Ora sto bene, non ho paura e spero di poter continuare così».