Fano, 25 rifugiati all'Hotel Plaza
nel salotto turistico della città
Delegazione di negozianti dal sindaco

Fano, 25 rifugiati all'Hotel Plaza nel salotto turistico della città Delegazione di negozianti dal sindaco
di Osvaldo Scatassi
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 22:07
FANO Una piccola comunità di rifugiati, il primo nucleo proviene dalla martoriata Siria, si è stabilita al Lido di Fano nelle stanze dell’hotel Plaza. «Sono venticinque giovani, si fermeranno fino a marzo», specifica l’assessore Marina Bargnesi. La precisione è sempre un fattore decisivo, in questa fase lo è ancora di più perché il quartiere inizia a ribollire di perplessità e sospetti. Saranno esposti in Municipio nella mattinata di domani, quando il sindaco Massimo Seri incontrerà la delegazione di commercianti per spiegare come stanno le cose.



Un anticipo di ragioni è stato fornito ai microfoni di Radio Fano: «La gestione dei profughi è diretta dalla Prefettura, il Comune non ne è coinvolto e non ci saranno esborsi da parte dell’ente locale. È bene dirlo a scanso di equivoci». Numero dei profughi e durata del soggiorno fanese sono questioni preoccupanti per la delegazione degli operatori commerciali, ai quali risulta ancora più irritante di essersi trovati davanti al fatto compiuto.



«Nessuno che ci abbia avvisato – protesta un negoziante della zona – ma qualcuno se n’è accorto da un po’ di movimento fuori stagione intorno all’hotel Plaza. Non do giudizi, perché sono una persona che prima si informa e perché non intendo prestare il fianco all’accusa di razzismo, ma da quanto ho saputo finora mi sembra che le prospettive siano assai preoccupanti. Vorrei sapere dall’Amministrazione comunale se è vero che l’intera struttura ricettiva sia stata affittata per i profughi e se sia vero che rimarranno qui solo per tre mesi. Non c’è per caso il rischio che si apra un centro di accoglienza nel bel mezzo di un quartiere turistico?».



Aggiunge una cliente: «Il sindaco non può non sapere, due anni fa il suo predecessore era stato interpellato dalla Prefettura e ha detto di no».