Concordia e rischi di sversamenti al Giglio
Ancona studia crostacei e molluschi dell'area

Concordia e rischi di sversamenti al Giglio Ancona studia crostacei e molluschi dell'area
di Agnese Carnevali
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Martedì 29 Luglio 2014, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 20:19
ANCONA - Crostacei e molluschi delle acque sotto esame per verificare se il relitto della Concordia ha prodotto sversamenti in mare. L'operazione a cura dellaPolitecnica di Ancona il cui staff presente al Giglio da due anni, in collaborazione con l'Ispra e La Protezione civile. Mercoledì scorso, giorno del sollevamento della carcassa della Costa, il momento più delicato dei due anni e mezzo di indagine che, almeno per il momento, non hanno evidenziato la presenza di sostanze chimiche né la contaminazione dell’ambiente marino. Ma il rischio più grande era atteso proprio nel giorno in cui la nave rimessa su se stessa avrebbe ripreso il largo verso Genova. Non poteva così mancare la presenza degli esperti della Spiega Francesco Regoli, coordinatore del team, ecotossicologo e vice direttore del dipartimento di Scienze della Politecnica di Ancona: «Il momento del sollevamento della Concordia è stato quello più critico. Il pericolo era che insieme alla fuoriuscita delle acque interne potessero essere liberate in mare anche sostanze nocive rimaste intrappolare nel relitto». Ma, almeno per ora, tutto sembra essere sotto controllo. «In occasione delle operazioni di spostamento - riprende Regoli - abbiamo provveduto a recuperare numerose reste di mitili che erano state precedentemente posizionate nell’area intorno al relitto, a campionare fauna ittica bentonica (crostacei e molluschi, ndr) ed altri organismi invertebrati scelti come bioindicatori. In questo modo - illustra - un complesso set di analisi chimiche, cellulari e tossicologiche permetterà di evidenziare se ci sia stato accumulo di inquinanti chimici o la comparsa di effetti biologici riconducibili al rilascio di tali composti».

Questo tipo di attività di monitoraggio proseguirà per altri 5 anni, per controllare che non vi siano effetti di lungo periodo. Finora, le indagini condotte per valutare le conseguenze sull’ambiente della presenza della carcassa della Concordia nelle acque del Giglio non hanno fatto emergere alcuna anomalia. Ma è adesso che si apre la fase più delicata.