Ancona, la nuova Banca Marche pignora
291mila euro all'ex presidente Lauro Costa

Lauro Costa
di Letizia Larici
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Sabato 20 Febbraio 2016, 11:44
ANCONA - Nuova tegola su Lauro Costa. La nuova Banca Marche gli pignora beni per 291 mila euro. E’ la conseguenza del decreto ingiuntivo al quale l’istituto di credito ha deciso di dare esecuzione per riprendersi i soldi di quella multa inflitta, nell’agosto 2014, da Bankitalia e che la vecchia BdM aveva dovuto anticipare all’autorità di Vigilanza. Nessun commento da Costa, a lungo presidente della Banca Marche finita in dissesto con un buco milionario e coinvolto nell’inchiesta della Procura dorica con un ruolo di primo piano. «Parlerò in un secondo momento – si limita a dire – quando il quadro sarà più chiaro».

Maceratese doc, l’ex presidente della vecchia Bdm, carica dalla quale si era dimesso nell’aprile 2013 dopo che l’istituto di credito aveva iniziato ad accumulare passività, si affida al suo legale, l’avvocato Paolo Tanoni, pronto a dare battaglia in Tribunale per far annullare il decreto ingiuntivo, la multa di Bankitalia, quella di 30 mila euro inflitta dalla Consob e a difenderlo nell’inchiesta penale. Costa non è l’unico multato da Bankitalia.

La legnata per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro ha colpito 16 persone, tra ex amministratori, dirigenti, consiglieri e revisori dei conti. Oltre a Costa le sanzioni sono state inflitte, tra gli altri, all’ex direttore generale Massimo Bianconi (391 mila euro) e agli ex presidenti Tonino Perini e Michele Ambrosini (rispettivamente 256 mila euro e poco meno di 256 300 mila euro). Banca Marche, come da regolamento, era stata costretta a versare l’intero ammontare delle sanzioni, con la possibilità di rivalersi sui singoli. E così ha fatto, chiedendo 16 decreti ingiuntivi al Tribunale di Ancona. Il giudice li ha concessi, stabilendo però l’immediata esecutività solo per una parte dei provvedimenti. E’ il caso di Lauro Costa, che si è visto mettere sotto chiave beni per 291 mila euro, l’equivalente della sanzione.

Ma la battaglia legale per ottenere l’annullamento delle multe, comminate a seguito dei gravi rilievi mossi nei verbali delle due ispezioni compiute dalla Vigilanza nell’istituto di credito marchigiano tra il novembre 2012 e l’aprile 2013, e tra marzo e settembre 2013, non si ferma. Due i fronti sui quali il pool di avvocati dei 16 nel mirino si sta muovendo. Le vertenze sono in piedi davanti al giudice civile dorico e alla Corte d’appello di Roma, sede quest’ultima nella quale i legali dei multati stanno combattendo per l’annullamento delle maxi - ammende, ritenute ingiuste nel merito e sotto il profilo procedurale. Quanto agli addebiti mossi dagli ispettori di Bankitalia, Costa è finito nel mirino, tra l'altro, per quella  lettera di encomio a Bianconi quando l'ex dg lasciò BdM dopo che Bankitalia, nel giugno 2012, ne aveva censurato l'ennesima operazione evidenziandone “profili di opacità che non appaiono coerenti con la deontologia professionale che deve connotare l’operato dell’alta dirigenza bancaria”.
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