Il decreto legge «non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione», si legge nella nota di Palazzo Chigi. Inoltre, «i provvedimenti di avvio alla risoluzione non prevedono il ricorso al bail in».
Il sì del Cdm segna il passaggio decisivo per il salvataggio di Banca Marche. La storia dell'istituto di
credito è lunga e complessa, tanto che gli ormai ex commissari Feliziani e Terrinoni l'hanno paragonata «ai casi Sindona e Calvi». Banca Marche è «sotto tutela» da parte della banca centrale dal 2013, dopo la scoperta da un deficit di 800 milioni di euro legato ad «anomalie» nella concessione dei crediti dal 2006 in poi. Una vicenda approdata anche alla Procura della Repubblica di Ancona, che ha aperto un'inchiesta, indagando una trentina di persone, tra cui gli ex vertici di Banca Marche, e che ha portato all'inizio di novembre a sequestri per 15 milioni di euro.
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