ANCONA - Insulti, sputi, minacce. Le mani sulla maglietta: l’ha tirata così forte da strappargliela e denudarla. Poi il balordo è scappato a tutto gas, senza che nessuno riuscisse a fermarlo. Scene dell’altro mondo da Portonovo. Il solleone arrivato all’improvviso dà alla testa. Succede, così, che un automobilista appena uscito da un ristorante prenda a male parole un’addetta alla sosta e arrivi ad aggredirla, solo per averlo rimproverato di aver imboccato la strada contromano a velocità sostenuta e aver rischiato di investire un suo collega.
La stagione comincia nel peggiore dei modi nella baia presa d’assalto dai bagnanti e assediata dalle auto nel lungo ponte del 2 giugno.
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Non l’avesse mai fatto. Il balordo l’ha presa come una provocazione. E ha cominciato ad urlare contro la parcheggiatrice, ricoprendola di insulti. «Si è messo a gridare: “Tu non sai chi sono io, sono di Ostia” - racconta Cristina -. Quando gli ho fatto presente che, se avesse continuato, avrei chiamato i carabinieri, mi ha sputato in faccia. Io ho reagito e lui è sceso». Mentre la moglie inveiva contro l’altro parcheggiatore («Gli diceva: picchia me se hai il coraggio»), Cristina veniva avvicinata dal conducente del suv. Un faccia a faccia da brividi, seguito da un’aggressione vergognosa. «Prima mi ha strattonato, rompendomi un braccialetto. Poi ha provato ha darmi un calcio, ma sono riuscita a schivarlo. Infine, mi ha strappato la t-shirt e il reggiseno, facendomi rimanere nuda davanti a tutti. Non contento, continuava a insultarmi, a darmi della prostituta e a minacciarmi, dicendo che non avrei dovuto raccontare a nessuno questa storia».
In suo aiuto è intervenuto un dipendente del parcheggio Emilia. Il turista laziale se l’è presa pure con lui, ma quando ha capito che la situazione era ormai degenerata, è risalito sul suv ed è scappato via. Nel senso vietato, ovviamente. Purtroppo nessuno ha avuto la prontezza di riflessi di annotare il numero di targa, ma i carabinieri stanno indagando sull’aggressione choc, nel tentativo di risalire al responsabile tramite testimonianze o immagini delle telecamere della baia. Cristina, scossa ma per nulla impaurita, è stata soccorsa dai colleghi: si è rivestita, ha sorseggiato un bicchiere d’acqua, è andata a riposarsi a casa. Il giorno dopo, è tornata al suo posto di lavoro.
«Qui gli insulti sono all’ordine del giorno - racconta esasperata -. Le persone non hanno più pazienza, se non trovano posto se la prendono con noi. A volte ci capita di redarguire qualcuno che lascia l’auto in sosta vietata, magari in punti pericolosi, dietro le curve. C’è chi risponde: “Fatti gli affari tuoi, se arriva la multa la pago io”. Ma dove siamo arrivati?». E siamo solo all’inizio: benvenuta estate.
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