Da quanto emerge dalle indagini dei carabinier, l’altra presunta vittima del papà orco è una ragazzina che anni fa, quando aveva solamente 13 anni, sarebbe stata al centro delle attenzioni morbose del 45enne. Lui avrebbe avvicinato la minore sulla spiaggia di Montemarciano, approfittando del fatto che lei fosse un’amichetta di una delle figlie. Secondo quanto raccontato dalla giovane, prima avrebbe fatto degli apprezzamenti sessuali, poi l’avrebbe palpeggiata.
Nel processo madre il pm ha cercato di ricostruire passo passo tutte le contestazioni mosse dalle figlie nei confronti dell’albanese, da sette mesi relegato in carcere. Per l’accusa, gli abusi sarebbero iniziati nei primi anni Duemila. All’epoca, la presunta vittima aveva solo 8 anni. Il padre l’avrebbe costretta a subire rapporti sessuali un giorno sì e un giorno no. Una macabra alternanza perpetrata alla mattina poco prima che lei andasse a scuola e lui al lavoro. Ma non solo. L’uomo avrebbe periodicamente preso a calci la figlia sulla pancia. Un modo, secondo il pensiero dell’operaio, per interrompere eventuali gravidanze. Gli abusi si sarebbero interrotti nel 2011, quando la ragazza compì 18 anni e si allontanò da casa. La secondogenita – che ora ha 19 anni - sarebbe stata vittima di maltrattamenti. In diverse circostanze, il padre l’avrebbe presa a calci mentre era riversa a terra per le botte subite in precedenza. Tra gli episodi raccontate da entrambe le figlie ci sarebbero anche schiaffoni, pugni e mani strette attorno al collo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA