Ancona, la piccola Alessia uccisa con due coltelli
consulenza psichiatrica: incaricato il perito di Cogne

Ancona, la piccola Alessia uccisa con due coltelli consulenza psichiatrica: incaricato il perito di Cogne
di Marina Verdenelli
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Giovedì 21 Agosto 2014, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 19:44
ANCONA - Padre killer: affidata la perizia psichiatrica al professore bolognese Renato Ariatti che si gi occupato del caso di Cogne e di Bernardo Provenzano. Secondo il Gip Cimini, Giustini è socialmente pericoloso e può uccidere ancora, per questo ha disposto gli arresti in psichiatria dove si svolgerà in più sedute la perizia psichiatrica affidata al professore bolognese.



E intanto emergono particolari agghiaccianti sull'uccisione di Alessia: sarebbe stata massacrata con due coltelli perché uno si sarebbe rotto. Il particolare dalle indagini a cinque giorni dal delitto della piccola, ammazzata dal padre Luca Giustini, 34 anni, ferroviere, a coltellate, e ora al vaglio della Procura che attende la conferma dagli esiti approfonditi dall'autopsia eseguita sulla piccina il giorno dopo la sua uccisione.



La polizia Scientifica ha sequestrato più di un coltello nell'abitazione di via Patrizi, nel quartiere di Collemarino, dove è avvenuto l'omicidio, e le lame saranno ora al vaglio della medicina legale che dovrà stabilire, confrontandole con i cinque tagli profondi rinvenuti sul torace della bambina di 18 mesi, se sono compatibili con le ferite procurate.



Da una prima ricostruzione è emerso che Luca Giustini, in preda al raptus che lo ha portato a scagliarsi contro la figlia che dormiva nella culla, ha afferrato un primo coltello da cucina e che con quello avrebbe sferrato il primo colpo. Ma la lama si sarebbe rotta, forse perché non arrivata direttamente sulla piccola ma sulla culla. Nel corpicino non sono state trovate lame spezzate.



Giustini, visto il coltello rotto, sarebbe così tornato in cucina per prenderne un altro e terminare quello che, stando a quanto riferito ieri nell'interrogatorio di garanzia, gli ha detto di fare una voce che sentiva dentro di lui. I coltelli sono ancora in mano alla Scientifica che li consegnerà alla medicina legale nei prossimi giorni.



Ad esequie avvenute il confronto avverrà in base ai reperti fotografici e video effettuati sul corpicino della bimba. Materiale ritenuto sufficiente per effettuare questa comparazione. Giustini domenica è stato trovato in casa dalla moglie Sara Bedini, 32 anni, infermiera, immobile, in piedi, sull'ingresso dove è rimasto fino all'arrivo dei carabinieri che poi lo hanno allontanato in attesa di portarlo alla caserma della Montagnola per il primo interrogatorio che non è stato in grado di affrontare.



In base alle dichiarazioni fatte ieri dal letto dell'ospedale, riferito alla voce che le avrebbe detto uccidere la figlia, il macchinista ferroviere soffrirebbe di allucinazioni uditive. Uno stato avanzato di una forma depressiva, che dovrà essere avvallata da uno psichiatra nella perizia che il Tribunale chiederà, covata non da settimane ma addirittura da mesi. Una depressione non scaturita da un trauma esterno improvviso come un lutto o la fine di una storia d'amore ma un malessere interno esploso per una condizione di vita che forse non accettava. Una forma più rara della comune depressione con conseguenze violente e incontrollabili.



Quello che resta ancora all'oscuro è come in famiglia non siano stati notati dei segnali o forse sono stati male interpretati. Per questo gli inquirenti stanno scavando nel contesto delle mura domestiche dove la moglie avrebbe già fornito degli elementi utili. La deposizione della consorte è stata infatti secretata. E' stata proprio Sara Bedini la prima a sapere il movente di quella macabra uccisione. Una confessione al telefono. «Corri, corri a casa - le ha detto il marito domenica alle 14.30, chiamandola al cellulare - è successa una cosa orribile. Ho dovuto sacrificare Alessia, me lo hanno detto le voci».