Scattano i provvedimenti, sospesi undici infermieri no vax nel Maceratese

Una vaccinazione (repertorio)
di Giulia Sancricca
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Domenica 12 Settembre 2021, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 09:24

MACERATA - Non si sono vaccinati e saranno sospesi temporaneamente dall’albo. È il provvedimento attuato nei confronti di undici infermieri in provincia di Macerata che, dopo un controllo effettuato dall’Ufficio d’igiene, sono risultati privi del certificato di vaccinazione anti-Covid

 
Immediato l’intervento dell’Ordine degli infermieri che ha deciso, ex lege, per la sospensione dall’iscrizione all’albo. Lo spiega il presidente dell’Ordine provinciale, Sandro Di Tuccio: «La normativa è rigidissima - dice - . Sono previsti i controlli su tutti coloro che sono iscritti ai vari ordini sanitari. L’Ufficio verifica se questi abbiano fatto o meno il vaccino. Inviano tre raccomandate per chiedere al professionista il certificato di vaccinazione o quello dell’eventuale esenzione. Se non si sono vaccinati sono tenuti a comunicarlo. In quel caso, l’Ufficio invia all’Ordine professionale di riferimento l’elenco dei non vaccinati. Quando mi arriva, nel mio caso, la lista degli infermieri iscritti all’Ordine che presiedo, sono costretto a sospenderli. Non ho l’obbligo di fare ulteriori accertamenti». 
L’iter prosegue con l’avviso direttamente al professionista: «Tramite una pec comunichiamo all’infermiere che non può più esercitare la professione fino al 31 dicembre 2021 (data di fine dello stato di emergenza, ndr) o fino a quando non presenterà il certificato di vaccinazione.

L’Ufficio igiene - specifica - già con una prima dose li ritiene adempienti alla normativa. Da quel momento sarà riattivato immediatamente all’albo». Sarà poi l’infermiere a comunicare la sospensione al proprio datore di lavoro che «può decidere di tenerlo a casa senza stipendio - prosegue Di Tuccio - o mantenerlo in azienda ma affidandogli un’altra mansione che sia la professione infermieristica». Non esprime un giudizio sulla scelta il presidente dell’Ordine provinciale, ma chiarisce quale dovrebbe essere la posizione di un operatore sanitario: «Noi dovremmo credere, secondo il codice deontologico, nella scienza e nella vaccinazione, quindi la scelta di non vaccinarsi è molto forte e cozza con le nostre motivazioni professionali. Sono scelte private e libere - precisa - , io non critico e non giudico, ma non le comprendo perché io sono favorevole alla vaccinazione. Questa scelta, tra l’altro, crea problemi anche negli ambienti di lavoro perché queste persone vanno sostituite. In una situazione in cui il sistema sanitario è già gravato da una emergenza, avere forze in meno crea maggior carico di lavoro su chi resta sul campo e si è vaccinato».

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