Il tennis è la sua infanzia ad Alassio, l’avventura in “Cinquecento” che a 23 anni lo porta a Wimbledon; lui gracilino, originario di un luogo incantevole che guarda il lago di Como, sfiora i grandi campioni, si misura, li racconta, conosce il sapore della sconfitta. Le parabole delle palline disegnate da una racchetta sono solo un’occasione per scavare dentro se stesso, un eterno ragazzo, che resta affascinato dalla storia delle religioni, fino alla laurea ad Urbino.
Gianni Clerici racconta la sua prima dimora comacina con un gatto padrone che veglia sulle rovine e diventa non a caso l’Innominato, il fantasma dello zio Antonio, la Guerra, l’avventura in Africa della famiglia, e poi Londra, Holland Park dove abita e viene rapito dal mercatino di Portobello.
La ricerca nelle sue pagine non viene mai meno, come la commedia e la poesia. La scrittura è la sfida che a ottant’anni suonati continua ad affascinarlo come un bambino. Ha scritto ventitrè libri, migliaia di articoli ma in tutte le pagine (198) traspare l’ansia di chi deve decidere ancora cosa fare da grande.
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