Sentinella della pioggia, ecco la sedicesima puntata

Tatiana de Rosnay
di Tatiana de Rosnay
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Martedì 20 Agosto 2019, 01:05 - Ultimo aggiornamento: 14:38

Ero nascosto dietro l’albero più grande. Pensavo che Suzanne mi trovasse subito. Ma non mi trovò.
Lentamente, sbirciai da dietro il tronco. 

Era a terra. Vedevo i suoi capelli sparpagliati sull’erba e le gambe bianche e nude.
Su di lei c’era qualcosa. Sembrava un enorme sacco. Ma si muoveva, e capii che le stava facendo male. Riuscivo a sentire il suo respiro soffocato.

Non avevo mai avuto così tanta paura. Lei lottava con tutte le forze. Ma quel mostro era molto più forte, spingeva su di lei sempre più veloce, con una folle frenesia.
Non sapevo come aiutarla. La casa era troppo lontana. E se mi muovevo, il mostro mi avrebbe visto. Sarebbe venuto a prendermi.

Il mercoledì mattina, in ospedale, Linden fotografa Paul con la Leica. È sveglio, lo guarda a occhi spalancati. Per via della bocca contratta in una smorfia, Linden non capisce se sta sorridendo, ma gli piace pensare che sia così.
Una donna entra silenziosa nella stanza. È di mezza età, rotondetta, con una gonna di tweed e un cardigan marrone, i capelli corti e grigi. Saluta Linden. Non ha idea di chi sia. Si presenta come Dominique, gli chiede come sta il padre questa mattina. È un’amica di Paul che non conosce? Una di quelli che amano gli alberi? La donna gli spiega che è una volontaria dell’ospedale. All’inizio Linden non si sente a proprio agio. Dominique si è seduta davanti a lui, ha posato la borsa, sembra abbia intenzione di passare un bel po’ di tempo con loro. Come fa a chiederle di andarsene? Sembra una signora gentile. Tira fuori la maglia dalla borsa e si mette a sferragliare con forza.

Linden ha sentito il notiziario stamattina? Un bel pasticcio, no? La Senna ha raggiunto gli otto metri, e salirà ancora. Ancora un po’ e arriva al livello del 1910! Dominique ha sentito dire che in alcuni quartieri sommersi sono iniziati gli sciacallaggi notturni. Più tardi, oggi, il presidente verrà a visitare Javel in barca. Linden lo sapeva? Lo hanno criticato in tanti per non averlo fatto prima.
Dopo un po’ Linden si accorge che ascoltarla comincia a piacergli. È tentato di fotografarla. Dominique ha letto sul giornale che questa pioggia ininterrotta è un effetto diretto del riscaldamento globale. L’articolo parlava anche della deforestazione a monte del fiume rispetto a Parigi, potrebbe aver contribuito a una crescita così rapida del livello dell’acqua. Sbarazzarsi degli alberi non è mai una buona idea, no? Linden si accorge che il padre ascolta parola per parola.

“Suo padre capisce tutto quello che diciamo,” dice Dominique. Ieri sera ha avuto una gran bella conversazione con il signor Malegarde. Ovviamente lui ancora non riesce a parlare come si deve, ma riesce di sicuro a comunicare. Ecco cosa fa Dominique in ospedale: stabilisce un contatto con i pazienti che hanno avuto un ictus e aiuta i familiari a fare altrettanto. Deve essere difficile, e la cosa più incredibile è che nemmeno viene pagata. Com’è finita a farlo? Cosa l’ha spinta? Com’era la vita di Dominique?
Dominique si alza, mette via la lana. È stato un piacere parlare con loro. Tornerà l’indomani.
Linden si avvicina al letto, prende la mano di Paul tra le sue. Suo padre capisce tutto quello che diciamo. Vorrebbe essere in grado di sperare, di credere che Paul supererà tutto. Eppure, in fondo alla sua mente, c’è un’immagine potente che non riesce a scacciare. È come se la vita del padre stia scomparendo lentamente, al ritmo stabile con cui cresce la Senna, come se i due eventi siano intrecciati tra loro. Le trame complesse di nervi, cellule e organi che compongono il corpo del padre somigliano al reticolo delle strade parigine che gradualmente viene invaso dall’acqua. Linden guarda il vetro della finestra chiazzato d’acqua, e gli sembra di essere diventato una sentinella, all’erta per l’arrivo dell’inevitabile invasione acquatica, vigilando sul padre, sulla pioggia, sulla città.

Linden dice a Paul che Lauren sta meglio, presto lo verrà a trovare. Il viso del padre si contrae un po’, fa strani grugniti. Linden si avvicina. Un sussurro. Paul dice un “Tu”. Linden indica se stesso e lui grugnisce di nuovo. Paul vuole dire lui, Linden. Come sta Linden? Brontola e annuisce di nuovo. Linden sorride, riesce a decifrare questa nuova lingua. Sta bene, è un po’ stanco ma sta bene. Passa a parlare della Senna, convinto che la cosa lo appassionerà, come quando ne parlava Dominique. Gli esperti dicono che la città resterà paralizzata per più di quindici giorni. Le acque del fiume dovrebbero raggiungere la massima altezza domani o dopodomani. Per non preoccuparlo evita di dire che gli esperti stimano che l’impatto dell’alluvione sarà dieci volte peggiore che nel 1910. Gli dice piuttosto che la sua agente l’ha informato che diverse delle foto che ha scattato a Javel con la Leica sono state pubblicate dalla stampa internazionale. Mentre parla, Linden è convinto che il padre sia consapevole, forse più di chiunque altro, della supremazia della natura. Paul ascolta con attenzione. Una parte di sé scalpita per parlare di altro, di qualcosa di più personale. Lui e suo padre non lo hanno mai fatto. Come iniziare? Forse dovrebbe chiederlo a Dominique.

I suoi pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Mistral, che è raggiante. Ha una sorpresa per loro. Riescono a indovinare? La guardano entrambi, perplessi. Lentamente apre la porta. Fuori c’è Tilia, pallida e immobile. Guarda il padre e scoppia subito in lacrime. Mistral la porta dentro la stanza, la guida verso il letto. Tilia, continuando a singhiozzare, prende la mano del padre e la bacia. Non riesce a parlare. Arrivare lì è stata una bella impresa, mormora Mistral a Linden. Era stata un’idea di Tilia; voleva farlo, ma arrivate all’ospedale si era tirata indietro. Era diventata bianca, si era dovuta sedere; aveva detto che non ci riusciva. Così erano rimaste a lungo sedute, Mistral le aveva parlato e aveva funzionato. Paul fa dei gemiti che sono al tempo stesso commoventi e imbarazzanti. Linden ha la scusa perfetta per usare la Leica, per nascondersi dietro di lei.
Più tardi, in albergo, guarda le immagini in diretta del presidente che visita in barca Javel. Dalle finestre, la gente che urla: insulti, richieste di aiuto, molte grida di ringraziamento. Il presidente risponde a tutti con pazienza. Sì, avrebbe dovuto venire qui prima. Mentre Linden continua a guardare, arriva un sms di Oriel: Vediamoci alle 22 all’angolo tra rue de Grenelle e rue de Bourgogne. Saremo in una barca di vigilanza. Non portare la macchina fotografica. I flash non sono consentiti.

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