Sentinella della pioggia, ecco la diciassettesima puntata

Sentinella della pioggia, ecco la diciassettesima puntata
di Tatiana de Rosnay
6 Minuti di Lettura
Martedì 20 Agosto 2019, 14:37

Linden bussa alla porta della madre. Nessuna risposta. Sente il suono dell’asciugacapelli e immagina che non riesca a sentirlo. Aspetta, e appena si fa silenzio riprova a bussare. Questa volta Lauren apre, ha i capelli ancora bagnati e l’asciugacapelli in mano. Dice che non ha finito, e gli chiede di aspettarla lì in camera. Poi rientra in bagno.
Dopo qualche minuto, il telefono della madre vibra, proprio accanto a lui, sul comodino. Jeff VDH. Di nuovo quel tizio. Il suo ex. Jeff van der Haagen. Linden urla a Lauren, “Il telefono!”, ma di nuovo lei non lo sente. Poco dopo sullo schermo del cellulare appare un sms. Non dovrebbe guardare, ma lo fa.

Amore mio, sono così felice di sentire che stai meglio. Chiamami appena puoi. Ti penso giorno e notte.
Linden si alza, tentato di andarsene prima che la madre esca dal bagno. Non vuole essere coinvolto; non vuole giudicarla. È la sua vita privata.

Si sente a disagio. Il matrimonio dei suoi non lo riguarda. La loro relazione è un mistero a cui si rifiuta di guardare. Eppure l’sms ha aperto la strada a quel mistero, lo ha costretto a entrare nella loro intimità. Non riesce a fare a meno di pensare al padre. Cosa sa Paul? Da quanto va avanti? Linden ripensa a quando Jeff e la sua famiglia sono andati a Vénozan. È una relazione recente? O una di quelle che proseguono a lungo nella clandestinità, come tra Candy e J.G.?
Quando appare Lauren, Linden non riesce a comportarsi in modo naturale. Le braccia gli penzolano rigide ai lati del corpo. Aspetta che la madre scopra l’sms, che faccia due più due. Lauren si mette gli occhiali, prende in mano il cellulare. Lui guarda altrove. Forse non dirà nulla, nasconderà ogni cosa come quando non accettava che Linden fosse gay.

“Devo averti deluso.”
Lui scuote il capo, alza una mano, non vuole sapere. Lauren sospira. Ecco, lo sapeva; è arrabbiato, ne ha tutto il diritto. Come fa Linden a spiegarle che preferirebbe che non si liberasse del peso, che non ha bisogno di sentire tutti i dettagli?
Le dice che va bene, che capisce. Non c’è bisogno che dica altro. È un adulto. Perché adesso non chiudono qui la questione?
“Linden, ascoltami e basta!”

Ha la voce tesa, le lacrime le luccicano negli occhi. Ci sono moltissime cose nella sua vita che ha sbagliato. La cosa buona è che adesso riesce a vedere quegli sbagli; riesce a vedere con precisione come e perché siano successi. Non vuole chiedere scusa, né crogiolarsi nell’autocommiserazione. Sa esattamente quello che ha fatto. Jeffrey, il suo ex fidanzato. Sì, anche lui è sposato. Abita a Boston. Lo vede raramente, una volta all’anno, anche meno. Ma si scrivono tutti i giorni, da quindici anni. È il suo confidente, la sua anima gemella. È sempre lì per lei. No, Paul non lo sa. Perlomeno lei pensa non lo sappia. E gli importerebbe se lo sapesse? Non ne è certa. Linden le domanda che cosa intende. Lei fa una risatina sarcastica. Linden proprio non capisce, giusto? Nessuno capisce. Paul è gentile e paziente.

Non è aggressivo. Solo che vive su un altro pianeta. Non vede quello che vedono loro; non ascolta quello che ascoltano loro. L’unica cosa che vede, che cerca, sono gli alberi. Di sicuro Linden lo saprà. Di sicuro è una cosa che ha fatto soffrire anche lui. Paul è contento solo perché lei c’è. Gli basta la sua presenza. Il silenzio la fa diventare matta. Negli anni, ha cercato di parlarne con il marito. Lui l’ha sempre ascoltata, ma non ci sono mai state discussioni; Paul si chiudeva nel suo solito riserbo. Ha organizzato questo viaggio sperando che in qualche modo avrebbe interagito con lei, o perlomeno con la sua famiglia. Pensava che non fosse troppo tardi, che forse Paul, a settant’anni, avrebbe imparato a comunicare! E adesso è successa questa tragedia. Riuscirà a parlargli di nuovo? Si sente così in colpa.
Lauren comincia a piangere, piano. Linden le carezza le spalle confortandola; dice che Paul ce la farà, che non deve preoccuparsi. Si alza, mormora che adesso torna nella sua stanza, ma lei lo trattiene.
“Voglio parlarti degli altri errori che ho commesso.”
Sembra determinata, meno affranta. Dice che aspettava il momento giusto per parlargliene, e che quel momento non è mai arrivato. Così ha deciso di farlo adesso. È da troppo che si porta dietro questo peso. Vuole parlargli del suo coming out.

Linden non se lo aspettava. Torna a sedersi, ammutolito.
Quello che sta cercando di dire è che le dispiace. Le dispiace per avere reagito nel modo in cui ha reagito quando, tredici anni fa, lui gliel’ha detto. Le dispiace per tutti gli anni passati senza tornare sull’argomento. Ha deluso Linden, pesantemente. Non se lo è mai perdonato. E quella stupida gelosia quando lui le ha detto che Candy lo aveva saputo prima di lei. A essere sincera aveva capito che era gay quando aveva deciso di andare a vivere a Parigi. Sospettava che a scuola lo bullizzassero. Eppure non ha fatto niente, non ha detto niente, altro terribile sbaglio. Sa perché? Perché aveva paura. Paura del fatto che il figlio fosse omosessuale. Era il terrore dell’essere diversi, del distinguersi dagli altri. Non aveva nessuno con cui parlarne. Non riusciva a dire ad alta voce “Credo che Linden sia gay e la cosa mi spaventa”.

Così aveva lasciato perdere. Si disprezzava. Si considerava una pessima madre. Quando quel giorno di primavera, Linden aveva trovato il coraggio di dirglielo, lei aveva reagito in modo disastroso. Il momento peggiore era stato quando gli aveva detto che non sapeva come avrebbe reagito il padre e che sarebbe stato lui a doverglielo dire. Come le era venuto in mente di dire una cosa del genere? Anche stavolta era stata la paura, il terrore di avere un figlio gay, di dire alla gente: mio figlio è gay. Si odiava per questo. La sera in cui aveva conosciuto Sacha li aveva visti entrare nel ristorante. Il viso di Linden risplendeva di gioia. Poi aveva guardato l’uomo al suo fianco. Quella stessa luce. Quella stessa radiosità. Aveva visto due persone innamorate. Perché aveva avuto paura? Si sentiva liberata! Non avrebbe più mentito. Non ne aveva bisogno. Quando parla di Sacha, aggiunge sempre, il fidanzato di mio figlio. Paul non le ha mai chiesto niente di Sacha, ma sa perfettamente chi è. Non ha idea di cosa pensi del fatto che il figlio viva con un uomo. Non ha mai trovato il coraggio di chiederglielo. Linden dice che nemmeno lui lo ha mai fatto, per le stesse ragioni.
“Magari adesso riuscirai a parlarne con tuo padre. Io sono così fiera di te Linden. Mi dispiace averci messo tutto questo tempo per dirtelo.”

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