Roma ha alle spalle un coraggio mancato e di fronte un coraggio possibile. Negli ultimi venti anni hanno governato tutte le parti politiche vecchie e nuove, ma i numeri ora strillano con forza la situazione drammatica in cui versa la città eterna. Ecco allora il primo saggio scritto da un manager che ha lavorato sul campo che affronta la crisi che attanaglia la capitale d’Italia con metodologie innovative per la politica romana in grado di svegliare il gigante che dorme da oltre un decennio. Scrive Innocenzo Cipolletta nella prefazione: “Cipollini avanza diverse critiche a quello che oggi è Roma, ma sa che questa città non ha solo una grande storia ma anche un grande futuro che aspetta solo di essere avviato. Come? Cipollini risponde con un approccio che coniughi la politica con il management. Lascio volentieri al lettore di scoprire cosa si intende per un mix tra politica e management, ricordando che Cipollini è un esperto di management e, con generosità, ha riversato questa esperienza nelle problematiche di gestione di una città”.
Roma da cinquant’anni è ferma a 2,8 milioni di abitanti e il confronto con le altre città nel mondo, secondo le più recenti classifiche internazionali, non la posiziona mai tra le prime sia se si tratti di turismo (solo 10ema in Europa), sia di competitività (49esima su 120 città nel mondo), sia di sostenibilità (40esima su 100 città nel mondo) o se si consideri il PIL pro-capite (265esima su 1.348 provincie in Europa). Le 19 università (purtroppo poco presenti nel complesso nelle classifiche internazionali) e alcune eccellenze imprenditoriali creano annualmente solo un quarto di start up innovative rispetto a quelle di Amsterdam e di Londra e sono oltre il 30% i giovani disoccupati contro una media del 15% in Europa. E, per finire, due terzi degli abitanti sono insoddisfatti in generale e tanto più lo sono per la mobilità (solo il 7% dei romani dà un voto superiore a 8/10) o per la situazione ambientale (il 45%), con una fiducia nei partiti che crolla a 2,7/10. Dati che fotografano una capitale piena di ferite e alle quali le ultime cure degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso non sono bastate. Insomma, una bellissima città ricca di storia ma povera di idee, senza una visione, senza un progetto. Fare della storia della città e delle sue pur latenti potenzialità e non della sua conservazione il trampolino per il futuro: questa la sfida se si vuole una città sostenibile, europea e moderna nei prossimi dieci-venti anni. Per Roma la sfida è e sarà difficile. Esempi positivi da prendere ci sono in molte città nel mondo e conoscerne i progetti migliori dovrebbe essere il pane quotidiano di qualsiasi amministrazione e classe dirigente seria, competente e focalizzata sul bene comune.
Claudio Cipollini propone allora un cambiamento vero indicando alla politica un metodo (composto da vari strumenti quali, tra gli altri, la certificazione dei processi di attuazione degli interventi) che consentirebbe di fare piani attuabili, un metodo che viene dalla cultura della complessità e della programmazione, arricchito da competenze e responsabilità.