Premio Campiello, l'outsider Bernardo Zannoni, 27 anni, vince all'esordio con “I miei stupidi intenti”

Premio Campiello, l'outsider Bernardo Zannoni, 27 anni, vince all'esordio con “I miei stupidi intenti”
di Ilaria Ravarino
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Domenica 4 Settembre 2022, 19:34

È l'outsider ligure Bernardo Zannoni, 27 anni, all'esordio con I miei stupidi intenti - avventurosa biografia di una faina che prende coscienza di sé - ad aggiudicarsi la sessantesima edizione del Premio Campiello con 101 voti: «È la mia prima opera pubblicata e ha già fatto un casino - ha detto - non me l'aspettavo, non mi sono nemmeno preparato un discorso. Grazie a chi ha creduto in me, vengo dal nulla, mi sento di aver appena girato l'angolo». A vincere è una favola morale, una storia antropomorfa «sulla faina Archie, un animale meno famoso della volpe, e sul potere della scrittura come garanzia di sopravvivenza, come idea di salvezza». Un premio lungo sessant'anni, inaugurato nel 1963 da Primo Levi con La Tregua e arrivato ieri all'edizione dell'anniversario, celebrata dopo l'esilio imposto dal Covid tra le zanzare dell'Arsenale di Venezia in una delle sue sedi storiche: il teatro La Fenice di Venezia.


LA DIRETTA
Condotta da Francesca Fialdini, con i monologhi-lettura del musicista Lodo Guenzi (il migliore della serata) e sei intermezzi musicali di Diodato con il polistrumentista Rodrigo D'Erasmo, la finale trasmessa ieri in diretta su Rai 5 e Rai Play ha visto il trionfo a sorpresa del più giovane del gruppo contro il favorito (da una delle due giurie, quella dei letterati presieduta dal 2021 da Walter Veltroni) Fabio Bacà, marchigiano, 50 anni, e già finalista del premio Strega. Con il suo romanzo Nova, storia di un neurochirurgo abituato a reprimere la rabbia, Bacà si è classificato quarto con 43 voti, contro i 101 di Zannoni e i 54 del secondo sul podio, il napoletano Antonio Pascale, 56 anni, autore del «racconto in fiore» La foglia di fico: «Il fico rimanda al mito, al desiderio primordiale dell'immortalità.

Ma il nostro problema è che non siamo immortali. Se accettassimo la mortalità, se accettassimo la nostra ferita primordiale, saremmo più felici». Terza classificata, con 46 voti, la fiorentina Elena Stancanelli, 57 anni, che correva con Il tuffatore, dedicato alla parabola dell'imprenditore Raul Gardini ma «non solo quella. Perché la vicenda di Gardini è la storia di un'epoca, e questo è un romanzo e non una biografia. Fa il punto su quel che eravamo, mettendo le mani sul tema del patriarcato per raccontare come erano gli uomini e come si comportavano».

Ultima a 36 voti la romana Daniela Ranieri, 54 anni, autrice della «disastrologia sentimentale» Stradario aggiornato di tutti i miei baci, «storia di una donna che scrive per il suo compagno le schede di tutti i suoi amori passati. Ma facendolo si trova a parlare di vita, morte, di corpo e nevrosi, di società e miti tossici, di libri, di gatti, profumi, giustizia e ingiustizia. Una Donna Giovanni per un saggio morale di settecento pagine sulla coscienza di una donna di oggi».


GLI ALTRI
Assegnato nella serata anche il premio alla carriera a Corrado Stajano, mentre ieri pomeriggio il prestigioso Campiello Giovani, è stato vinto dal 21enne palermitano Alberto Bartolo Varsalona con il racconto in dialetto La Spartenza.

«Sono molto emozionato, finalmente ce l'ho fatta ha detto, aggiudicandosi con la vittoria anche un viaggio studio in un paese europeo -. Ci ho provato più volte, quest'anno era l'ultima occasione perché ho 21 anni e mi sono detto: Ora è il momento di scrivere un racconto libero».

Ancora più giovane di lui, appena 17enne, il vincitore della menzione speciale del Gruppo Giovani di Confindustria per il miglior racconto che ha trattato il tema della cultura di impresa, il veneto Marcello Pagliantini con il racconto Tu, esile filo d'erba: «Quando ho ricevuto la notizia ero in Danimarca, in viaggio studio ha detto Pagliantini, studente del liceo classico dopo il diploma voglio iscrivermi a economa, ma spero di continuare a scrivere». A una under 25 è andato il riconoscimento speciale per la sostenibilità, assegnato alla 22enne veneta Caterina Borini per Mamma neve. «Un paese che non investe in cultura, e che non scommette sui giovani, non può avere sviluppo economico ed è destinato a morire ha detto Marco Dalla Bernardina, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto per questo pensiamo che il lavoro sul Campiello sia un esempio di buone pratiche». Ad applaudire la serata, in platea, un parterre elegante ma dalla composizione particolarmente austera, senza passerelle di politici e l'unica presenza istituzionale del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e del ministro Federico D'Incà.
 

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