Marco Malvaldi: dopo il BarLume, Galileo. «La scienza è un virus da cui non si guarisce»

"Oscura e celeste" è il nuovo giallo storico dello scrittore toscano

Marco Malvaldi: dopo il BarLume, Galileo. «La scienza è un virus da cui non si guarisce»
di Riccardo De Palo
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 20:15

"Oscura e celeste" è il nuovo giallo storico di Marco Malvaldi, che per una volta tradisce i suoi vecchietti del BarLume - «ma restano il mio core business», assicura. E in attesa del nuovo libro dedicato ai suoi canuti, iconici detective, in arrivo in autunno, lo scrittore pisano ci trascina nella Firenze del 1631, nel Granducato retto da Federico II, in compagnia di un uomo che sta per privare la Terra del suo legittimo posto al centro dell'Universo, e che sarà costretto all'abiura per questo: Galileo Galilei.


«A 77 anni suonati e nonostante la vista ormai calante - si legge nel libro - è alle prese con un'opera che cambierà il cielo per sempre. E poi non dite che i vecchi sono rimbambiti». Malvaldi presenterà il romanzo - che appena uscito è già primo nella classifica della narrativa italiana - venerdì 12 maggio alle 18,30, a Roma, presso la Libreria Nuova Europa - I Granai.

Il miglior prosatore della storia

«Calvino diceva che Galileo era il miglior prosatore della lingua italiana - dice l'autore - un uomo dalla cultura completa, il fondatore della fisica moderna. Non è che fosse questo personaggino buono e amabile, anzi. Era rissoso, attaccabrighe, sarcastico, opportunista». Nella storia, lo scienziato sta per dare alle stampe il suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: «È un momento in cui tutti vogliono quel libro e lui è preso tra due fuochi. Lo vuole il granduca e lo vuole anche il Papa. Ma Galileo sa che ciò che ha scritto non piacerà molto alla Chiesa, e quindi prima chiede l'imprimatur a Roma, e poi sposta la stampa a Firenze, con la scusa della pestilenza».
Sullo sfondo di questa imminente pubblicazione si svolge un intreccio che ricorda, in qualche modo, Il nome della rosa: nel libro di Umberto Eco il delitto avveniva in un monastero benedettino, mentre Oscura e celeste è ambientato, in larga parte, in un convento di suore, a San Matteo in Arcetri, sulle colline di Firenze. «Eco l'ho amato, ho sempre cercato di riprodurre un titolo perfetto come Il nome della rosa, che stimola curiosità sul contenuto del libro. Tentativo fallito in partenza, ovviamente».


La vita di Galileo


Ma la vera fonte di ispirazione è nella vita stessa di Galileo: «Studiando la sua vita ho scoperto che aveva due figlie monache nello stesso convento.

Non solo: aveva lasciato la sua bella casa di Bellosguardo per trasferirsi ad Arcetri, e stare vicino alle figlie. È proprio la casa dove sarà costretto al confino, dopo alcune divergenze di vedute con la Chiesa». Una delle figlie, Virginia, prende il nome di Suor Maria Celeste, ed ha uno scambio epistolare con il padre. Uno scambio fittissimo, decennale. «Abbiamo solo le sue lettere, e non quelle di risposta di Galileo: forse sono state bruciate dalla figlia dopo la condanna, per non lasciare tracce compromettenti che potessero inasprire la pena». Ma una cosa è certa: «Le missive denotano un amore sincero della figlia nei confronti del padre, che pure l'aveva spedita in convento perché non aveva i soldi per garantirle un matrimonio degno».

Compare anche Artemisia

L'altra figlia, Livia, ovvero Suor Arcangela, «lo detestava, non gli parlava proprio». Una tempesta perfetta, per un romanziere. Fatale che - nella finzione letteraria - qualcosa vada storto. E che una sorella intelligentissima, ovvero Suor Agnese, affascinata dai fenomeni della natura, muoia cadendo da una finestra. Si è uccisa o è stata lanciata nel vuoto? Nell'intreccio compare anche Artemisia Gentileschi: «Era amica di Galileo, da lui aveva appreso fenomeni fisici come la caduta dei gravi, che illustrava nei suoi quadri, come il modo di colare del sangue di Oloferne, decapitato da Giuditta». Ma tanti grandi, come anche Caravaggio e Galilei, «parlano sempre di soldi: "il signor duca non mi ha pagato", "avanzo ancora 40 scudi" è una roba consolatoria e sconfortante al tempo stesso. Pagare la cultura è sempre stato un problema in Italia».


Anche a quei tempi c'era un proficuo scambio tra l'arte e la scienza: «Come oggi con le vernici Vantablack di Anish Kapoor, totalmente nera e fatta di nanotubi di carbonio, che assorbe tutta la luce». Malvaldi è chimico di formazione: «Oggi praticamente faccio solo lo scrittore, continuo a fare ricerca perché mi piace, per mio diletto, perché è bello. La scienza è un virus da cui non si guarisce. Oggi, se dovessi scegliere con la pistola puntata alla tempia, sceglierei la scienza».

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