Maccio Capatonda: «Ecco Libro, il mio libro»

"Libro"di Maccio Capatonda (ed. Mondadori)
di Caterina Chiara Carpanè
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Martedì 22 Dicembre 2020, 15:08

Un libro autobiografico, sincero, in cui si rivela tutta l’essenza di Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda. “Libro” (ed. Mondadori) ripercorre con leggerezza e serietà le vite parallele di uno dei più apprezzati protagonisti della scena comica del nostro Paese, in un periodo in cui cresce sempre di più il desiderio di leggerezza.  «Non ho mai pensato di poter scrivere un libro, confessa Marcello Macchia. - Avevo ricevuto diverse proposte, ma la cosa non è mai andata in porto. Fino a quando un anno fa un mio caro amico mi ha detto: “Ma perché non scrivi un libro sulla tua vita? Con gli episodi strani e assurdi che sono successi, faresti bene a farlo” E così ho iniziato a fare diversi tentativi di scrittura per capire se ne valesse pena. Sinceramente non ero certo di farcela, invece ora sono uno scrittore».

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Il risultato è un libro intimo e vero, decisamente e inevitabilmente divertente in cui si fondono tutte le sfumature di un artista che ha saputo e sa andare oltre gli amatissimi personaggi – da Padre Maronno a Mariottide – che ha interpretato. «Scrivere il libro mi è servito tantissimo, è stato terapeutico: ho raccontato la mia vita da prima di nascere fino ad ora, ho ripercorso tanti episodi, li ho rianalizzati. E poi mi è servito per perdermi con la fantasia senza aver vincoli di budget e di tempo».

Un’avventura, quella letteraria di Maccio Capatonda, che potrebbe avere un seguito: «Magari un libro di racconti comici e surreali. In alternativa potrei scrivere un’altra autobiografia parallela a "Libro" che contenga ciò che ho omesso in questa oppure potrei continuare a produrre autobiografie per sempre”, scherza il comico lanciato dalla Gialappa’s, aggiungendo: «Sogno anche di fare uno spettacolo dal vivo, qualcosa che ho sempre temuto per il responso immediato del pubblico, e mi piacerebbe tornare al cinema con un film che rispecchia a pieno la mia comicità».

Ma quanto è complicato far sorridere in un periodo come quello che stiamo vivendo? «Per me non è difficile: la mia indole di comico non è stata scalfita, anzi forse è cresciuta, ammette Maccio. - Nella prima parte di questa pandemia, in quei mesi di clausura, sentivo la voglia di dire qualcosa e così è nato Tg Casa 40ena.

I periodi bui sono fertili per i comici, generano dei conflitti che si risolvono con la creatività. È quando le cose vanno troppo bene che la vena artistica si appiattisce».

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