Con le "Ciliegie di Hegel" in viaggio
verso le radici della nostra libertà

Massimiliano Valerii
di Diodato Pirone
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Giovedì 30 Giugno 2022, 20:08

Gustare una ciliegia dopo l'altra è una piccola ma intensa oasi di benessere e di felicità. E' un'opportunità da non mancare ma anzi, se possibile, da rendere sistemica. Come? Attraverso la ricerca della libertà, personale e collettiva. Perché benessere e libertà restano inscindibili. E' intorno a questo concetto che ruota il nuovo libro di Massimiliano Valerii, filosofo prestato alla sociologia (è il direttore generale del Censis), racchiuso in un titolo "gustoso": Le ciliegie di Hegel, Ponte alle Grazie.

Non è un'opera difficile. Anzi, è godibile e ricca di aneddoti e racconti di vita. Valerii conosce bene la materia di cui parla e proprio per questo non la tratta con pesantezza ma cerca di rendere pregiate le mille sfaccettature, non solo personali, della ricerca della libertà. Perché se molto dobbiamo a Hegel sul concetto di libertà non possiamo dimenticare che gli avvenimenti degli ultimi anni, l'emergere prepotente sulla scena internazionale di paesi con sistemi politici dittatoriali come la Cina e il riaffacciarsi di macchine belliche imperiali che pensavamo relegate ai libri di storia come quella russa, tornano a rendere questo bene prezioso un elemento qualificante della nostra storia e del nostro modo di essere, di pensare e di vivere.

Nel libro si raccontano le peripezie di tre giovani amici – Hegel, Schelling e Hölderlin – che furono i più grandi protagonisti della disputa sulla libertà del loro tempo.

Tre personalità molto diverse visto che Hegel ebbe un gran successo, anche economico, contrariamente agli altri due che finirono dimenticati (Schelling) o in un manicomio (Holderlin).

Resta il fatto che mai come negli ultimi anni, a distanza di tre secoli dall'epopea di Hegel, in Occidente si è parlato di libertà, prima con le restrizioni legate al Covid e poi con l'esplosione della guerra fra Russia e Ucraina. Valerii ci aiuta a tornare alla radice profonda del concetto di libertà che è nato nelle società occidentali in un preciso momento storico. E che da allora ha assunto i caratteri di un valore irrinunciabile e universale. Quanto quello spicchio di felicità assicurata da un canestro di ciliegie. 

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