Kaliningrad? Non solo missili e navi da guerra. Un libro spiega perché la città non vota per Putin

Kaliningrad? Non solo missili e navi da guerra. Un libro spiega perché non vota per Putin
di Diodato Pirone
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Domenica 26 Giugno 2022, 19:07

Valentina Parisi insegna letteratura russa all'Università di Pavia ed è  fra i pochissimi italiani ad aver visitato Kaliningrad sulle tracce della drammatica esperienza di suo nonno, soldato del genio del Regio Esercito,  internato dai tedeschi nei pressi dell'allora Koenisberg dal '43 al '45.

Un'esperienza dalla  quale Parisi ha tratto un bellissimo libro, "Una mappa per Kaliningrad, la città bifronte" edito da un editore romano, Exorma, disponibile su Amazon e sul sito della casa editrice.

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Professoressa Parisi, la guerra russo-ucraina ci ha fatto scoprire l'importanza strategica dell'enclave russa di Kaliningrad. Ma lei che impressione ha ricavato di una città e di una regione così particolare?
"E' una realtà straniante"
In che senso?
"L'atmosfera generale è molto particolare. Gran parte dell'architettura resta tedesca ma la popolazione è russa così come alcune costruzioni in parte rimaste incompiute fin dall'epoca sovietica come l'enorme palazzo del Soviet. Strano".
Si fa presto a dire "russi": che russi abitano Kaliningrad?
"La popolazione dell'intera enclave supera di poco il milione di persone, sono arrivati qui quasi dopo la seconda guerra mondiale. Nel '47 furono esplulsi i pochi tedeschi rimasti e Stalin ripopolò il territorio con migliaia di cittadini provenienti da tutto lo sterminato territorio dell'Unione Sovietica e dunque non solo di etnia slava. Fino al 1991 gli stranieri non potevano visitare la Regione".
Ma di che cosa si vive a Kaliningrad?
"La presenza militare russa resta fortissima a partire dalla flotta baltica (il porto non si ghiaccia d'inverno) e dalle strutture missilistiche. Poi, almeno per la sensazione che ho avuto attraversando la frontiera e comunque prima della guerra con l'Ucraina, c'era una discreta attività di contrabbando. Prima della rimilitarizzazione, Kaliningrad era una sorta di avamposto dell'integrazione della Russia nelle filiere economiche europee. Di questa funzione non scritta ma effettiva resta ancora qualche traccia".
La forte presenza militare che riflessi ha sulla struttura sociale della popolazione?
"A Kaliningrad lavorano molti tecnici, molti ingegneri, perché le strutture militari sono sofisticate, la gestione logistica delle navi da guerra è complessa. E' più diffuso che nel resto della Russia uno strato sociale che potremmo definire di classe media, anche per via dei contatti economici con i paesi dell'Ue che circondano Kaliningrad. E questo si riflette anche sulle opinioni elettorali".
E cioè?
"A Kaliningrad il partito di Putin, Russia Unita, raccoglie consensi inferiori alla media nazionale"
C'è una presenza italiana nell'enclave?
"Io ci sono andata sulle tracce dell'esperienza di mio nonno che qui fu tenuto prigioniero dai tedeschi come tanti altri IMI (Internati militari italiani).

Alcuni purtroppo morirono qui. E nel cimitero internazionale di Stablack c'è un monumento che li ricorda".

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