“Il ganglio”: viaggio nei luoghi oscuri del Vaticano sulle tracce di Emanuela Orlandi

Face & Book
di Carmine Castoro
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Venerdì 11 Luglio 2014, 04:13 - Ultimo aggiornamento: 19:12
Resti fuori, non suoni al citofono. Componga il mio numero di cellulare e lo lasci squillare quattro volte. Qualcuno verr ad aprirle.



Inizia come una spy-story il racconto di Fabrizio Peronaci su uno dei più famosi cold case italiani: la scomparsa di Emanuela Orlandi, nel giugno del 1983, preceduta di un mese da quella di Mirella Gregori. A fissare l’inquietante appuntamento è Marco Fassoni Accetti, ambiguo personaggio che, tre decenni dopo, si autoaccusa di aver avuto un ruolo preminente nel duplice sequestro, all’interno di un progetto più ampio, nato nel periodo finale della Guerra Fredda.



Le novità riguardano la natura delle due fazioni contrapposte in Vaticano, una delle quali è per l’appunto “il ganglio”, un gruppo occulto formato da “tonache dissidenti” (di matrice franco-lituana) con il supporto di laici ed elementi del servizi segreti, nato alla fine degli anni ’70 per contrastare l’anticomunismo di Wojtyla.



Questo nucleo clandestino, secondo le rivelazioni sottoposte dall’autore a un rigoroso riscontro incrociato, non si limitò a organizzare il doppio sequestro Orlandi-Gregori, ma esercitò un ruolo attivo in fatti di importanza cruciale nella storia della Chiesa, come l’attentato al Papa polacco e le manipolazioni, a fini di pressioni interne, del terzo segreto di Fatima.



Da qui parte Il Ganglio, viaggio senza precedenti nei luoghi oscuri del Vaticano, alla ricerca delle verità che ancora si nascondono dentro le mura leonine. Prima fra tutte la risoluzione del rebus dei codici utilizzati dai sequestratori, in gran parte relativi al terzo segreto di Fatima, collegato con i retroscena dell’attentato al papa, le controverse “confessioni” di Alì Agca e la pista bulgara.



Il memoriale fornisce un elenco di ecclesiastici chiamati in causa (circa 50 nomi) nello scontro tra gruppi contrapposti a partire dall’elezione di Giovanni Paolo II (ottobre 1978). Il “ganglio” faceva riferimento alle posizioni del Segretario di Stato Casaroli, fautore della Ostpolitik, mentre l’altra fazione era legata alla linea fermamente anticomunista di Wojtyla e al ruolo di Marcinkus, il capo dello Ior impegnato nel sostegno al sindacato Solidarnosc



Per la prima volta, minuto dopo minuto, vengono descritte le scene del “prelevamento” di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi (7 maggio e 22 giugno 1983), a Porta Pia e davanti al Senato, con la partecipazione del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, di un turco, di una giovane tedesca fiancheggiatrice della Stasi e dello stesso Marco Fassoni Accetti. Mirella fu portata con un giovane in un appartamento in via di Santa Teresa (Corso d’Italia), Emanuela in un convento alle pendici del Gianicolo.



Il movente del doppio sequestro, suffragato da numerosi riscontri, era ottenere da Agca la ritrattazione delle accuse ai bulgari di essere stati i mandanti dell’azione in piazza San Pietro (per scongiurare il coinvolgimento di Mosca nell’attentato), in cambio della promessa di farlo uscire dal carcere. Al detenuto si fece credere che le ragazze sarebbero state usate come strumento di pressione sull’Italia e sul Vaticano per la concessione del provvedimento di grazia, e il turco effettivamente, sei giorni dopo la scomparsa della Orlandi, ritirò le precedenti accuse.



Peronaci segue il filo di questa indagine-sciarada, muovendosi con cognizione fra il memoriale inedito del supertestimone, le nuove rivelazioni, le analisi dei magistrati, il desiderio di giustizia dei familiari, i depistaggi tuttora in corso. Un libro avvincente, ricco di suspense, che fa luce su uno dei periodi più torbidi della storia recente.



Fabrizio Peronaci, laureato in Scienze politiche, lavora al Corriere della Sera, nella sede di Roma, dove si occupa di cronaca nera da oltre vent’anni. Ha seguito, da cronista e poi come responsabile del settore, i principali gialli della capitale. In precedenza ha lavorato al Messaggero e a L’Europeo. Ha scritto con Pietro Orlandi "Mia sorella Emanuela" (Edizioni Anordest, 2012, prefazioni di don Ciotti e Walter Veltroni). Ha deciso di fare il giornalista dopo aver letto al liceo la prima strofa di una poesia di Pier Paolo Pasolini.



Fabrizio Peronaci “Il ganglio” (Fandango, pagg. 396, euro 18,50)