Netflix, "I delitti di West Point" è il film più visto. L'autore Louis Bayard: «Ecco il mio omaggio a Edgar Allan Poe»

Netflix, "I delitti di West Point" è il film più visto. L'autore Louis Bayard: «Ecco il mio omaggio a Edgar Allan Poe»
di Riccardo De Palo
4 Minuti di Lettura
Martedì 10 Gennaio 2023, 22:51

«Il cuore è un simbolo, oppure non è niente. Tolga il simbolo, e cosa le resta?», si chiede Edgar Allan Poe, nell'inedito ruolo di detective, nel romanzo dello scrittore americano Louis Bayard, I delitti di West Point - The Pale Blue Eye, appena pubblicato  per La nave di Teseo. Da questo libro riuscito e avvincente è stato tratto un film di Scott Cooper con Christian Bale nel ruolo del protagonista, il poliziotto in pensione Augustus Landor, e Harry Melling nel ruolo di Poe, in streaming su Netflix. E in questi giorni è il più visto tra i film della piattaforma. Accademia militare di West Point, 1830. La storia, racconta Bayard in collegamento da Washington, prende le mosse da un raccapricciante omicidio: «Un cadetto apparentemente si è suicidato impiccandosi, ma c'è un dettaglio orrendo: il cuore è stato estratto dal suo corpo». The Pale Blue Eye è «un omaggio all'opera di Poe, e in particolare a una delle sue novelle più famose, The Tell-Tale Heart, (Il cuore rivelatore)», in cui si racconta di un omicidio e del cuore della vittima che, battendo, rivela l'identità dell'assassino.


Lei è un maestro del romanzo storico e mystery, e ama utilizzare personaggi reali, come Eugène-François Vidocq di The Black Tower, uno dei primi investigatori della storia, e ora Poe. Perché farne un detective?
«Il libro è un omaggio a questo scrittore, che ha influenzato enormemente la letteratura americana. E cosa c'è di meglio, per rendergli onore, che scaraventarlo nel bel mezzo di un giallo, il genere che lui stesso ha creato nel 1841 con I delitti della Rue Morgue?»


Fino a che punto il suo romanzo si ispira alla realtà? Poe potrebbe davvero essere stato un informatore di polizia?

(Ride, ndr) «Non saprei. In fondo ha frequentato davvero West Point per sei mesi, ed era una persona affascinata dal crimine, come si avverte in uno dei suoi racconti, Il mistero di Marie Roget, che è un'opera true crime, si ispira a un fatto vero. Poe era attratto dal lato oscuro delle persone, da ogni genere di trasgressione e di violenza; per cui mi è sembrato naturale ritrarlo come l'assistente di un detective: avrebbe certamente accettato un compito del genere».


È soddisfatto della trasposizione cinematografica?
«Ho già visto il film almeno tre volte, mi è piaciuto moltissimo. L'ho trovato davvero efficace nel ritrarre un'epoca, e il mondo di Poe, così oscuro e inquietante. Il cast è ottimo, gli attori sono bravissimi».


Cosa ne pensa di Christian Bale nel ruolo principale?
«A volte mi capita di immaginare un attore che possa interpretare un personaggio, mentre scrivo, ma The Pale Blue Eye risale al 2006, quando Bale era ancora giovane.

Ora che è diventato un uomo maturo, si è rivelato perfetto nel ruolo del detective in pensione. E anche Harry Melling, nei panni di Poe, fa un lavoro meraviglioso».


Lei ama cambiare periodo storico e tema ad ogni libro, dall'Inghilterra elisabettiana di The School of Night all'America del dopoguerra nel suo ultimo romanzo, Jackie & Me. Come mai? teme di annoiarsi?
«Sì è vero (ride, ndr), mi sono mosso dalle storie dark come The Pale Blue Eye al romanzo stile Jane Austen, il courtship novel, che racconta un corteggiamento. Ho scritto di Jackie Onassis, quando incontra John Kennedy per la prima volta. Questo è anche il terzo romanzo su un presidente, dopo Teddy Roosevelt e Lincoln. Credo di avere fatto il pieno di presidenti, a questo punto devo trovare qualcos'altro. Ho scritto dieci libri e ognuno mi ha insegnato qualcosa. Mi piacciono le sfide: mi spronano a lavorare più duramente per vedere se sono in grado di farcela».


Si scrive del passato quando si ha orrore del presente?
«Il lato positivo di scrivere di persone morte è che non possono farti causa e trascinarti in tribunale. I miei primi libri, scherzi a parte, erano ambientati a Washington dove vivo, nella nostra epoca. Ma la mia immaginazione è irrimediabilmente rivolta al passato, a far rivivere mondi perduti. È questo che mi fa svegliare felice ogni mattina».


Lei vive a poche centinaia di metri dal Campidoglio. Tra poco sarà il secondo anniversario dell'assalto del 6 gennaio. Che ricordo ha?
«Vivo a sei isolati e ho potuto vedere tutto con i miei occhi. Per fortuna non si sono soffermati attorno a noi, ma è stato terribile. Non riesco a credere che qualcuno possa voler sovvertire il risultato di un'elezione».


Dove sta andando l'America?
«La popolazione è sempre più polarizzata, non riusciamo più a metterci d'accordo su eventi reali, come appunto l'assalto al Congresso. Non vedo leader capaci di portare tutti sotto una stessa bandiera, vedo piuttosto i danni prodotti dal suprematismo bianco, dal razzismo».


Ora cosa sta scrivendo?
«Una storia ambientata tra l'Inghilterra e la Liguria. Spero di tornare in Italia, Paese che amo, per fare un po' di ricerca sul campo».

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