Galateo, con il bon ton siamo tutti re della tavola: durante i brindisi mai dire “cin cin” e far toccare i calici

La guida di Elisa Motterle scioglie ogni dubbio su come comportarsi alle cene delle feste. E Margaret Visser traccia la storia delle buone maniere

Galateo, con il bon ton siamo tutti re della tavola: durante i brindisi mai dire “cin cin” e far toccare i calici
di Francesco Musolino
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Sabato 10 Dicembre 2022, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 07:50

«Dopo una buona cena si può perdonare chiunque, persino i propri parenti». La celebre citazione è dello scrittore Oscar Wilde e del resto, con le feste dietro l’angolo, molto presto verrà il momento di ripassare il galateo, apparecchiare la tavola, preparare i segnaposti e tirar fuori il nostro sorriso migliore, volenti o nolenti. Scherzi a parte, archiviata - si spera - la minaccia del Covid con le sue limitazioni sociali, chi dice festa richiama le grandi riunioni familiari e quelle cene interminabili, un carosello di antipasti e calorie che rimanda a gennaio tutti i buoni propositi. 


AFFARI
A dirla tutta, fra cene romantiche e pranzi di lavoro, dai banchetti sull’Olimpo all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, il destino del mondo corre sovente fra un antipasto e un dessert, tanto che sedersi a tavola è il modo perfetto per concludere un affare, condividere segreti scottanti, e dichiarare una proposta di matrimonio.

E proprio il modo in cui stiamo a tavola - dalla postura al tono di voce - ci definisce e racconta chi siamo al mondo intero.

Proprio questo è l’assunto di Elisa Motterle, l’autrice di Bon Ton Pop a tavola. Guida illustrata per ospitare a casa con stile (HarperCollins, pp. 160 €14,90). Vicentina, specialista di galateo contemporaneo ed etiquette trainer formatasi alla prestigiosa scuola di Londra, direttamente dal suo profilo Instagram, Motterle dialoga con i suoi followers fra curiosità storiche ed errori comuni: «Durante un brindisi, guai a dire cin cin o far toccare i calici. E ovviamente, non si può assolutamente battere con il coltello sullo stelo, invocando il bacio degli sposi».


Motterle parte dalle basi del galateo che è sempre bene ripassare: «Non si parla con la bocca piena» e «vietato mangiare di corsa». Ma c’è tanto da imparare: cosa significa apparecchiare all’inglese o alla francese? Come si mangiano “i cibi difficili” come gli asparagi, le ostriche e il caviale, senza compiere irreparabili gaffe? E soprattutto, come si assegnano i posti a tavola, rispettando l’etichetta di genere? Motterle ci incita ad osservare soprattutto una postura corretta per non sfigurare e non sembrare “fuori posto”. Come? In generale, bisogna star seduti con la schiena dritta, senza poggiarla sullo schienale della sedia e tenendo i piedi poggiati al pavimento, quindi guai ad accavallare le gambe o a stravaccarle sotto il tavolo, invadendo lo spazio altrui. E ancora, il telefono è meglio lasciarlo in borsa (o nella giacca) possibilmente senza suoneria, guai ad alzare il mignolo mentre beviamo e anche se va tanto di moda su Instagram, quando termina la bottiglia dello champagne, guai a capovolgerla dentro il secchiello del ghiaccio!


BATTUTE REALI
Ma il bon ton è anche molto altro, addirittura uno stile di vita. Del resto, come diceva Anton Cechov, «la buona educazione non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma piuttosto nel non mostrare di accorgersene se qualcun altro lo fa» e dunque, ricordate che persino la Regina Elisabetta II era in grado di scambiare alcune battute con tutti i suoi commensali, nessuno escluso; soprattutto, durante le cene familiari delle feste, sono bandite le domande spiacevoli e le osservazioni sgarbate. Un esempio? «Come ti sei vestito?» e la temutissima, «ma quando ti sposi?!».


VADEMECUM
Invece, per risolvere tutti i dubbi sulla mise en place, il modo perfetto per imbandire la tavola di Natale e la scelta dei centrotavola per stupire i vostri ospiti anche con la scelta dei vini, vi consigliamo di consultare un vero e proprio vademecum ovvero Il Cucchiaio d’Argento. Galateo della tavola di Federica Visconti (Domus, pp.256 €39). Infine, se siete alla ricerca di curiosità per intrattenere i vostri ospiti fra una portata e l’altra, Slow Food pubblica Storia delle buone maniere a tavola di Margaret Visser nel quale scopriamo, ad esempio, che le forchette impiegarono ben otto secoli per approdare sulla nostra tavola in un curioso viaggio dall’Antica Grecia ai giorni nostri.
Francesco Musolino
 

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