​Cinque cose da sapere su “Fedeltà” di Marco Missiroli: il libro più discusso e fotografato dell'anno

Cinque cose da sapere su “Fedeltà” di Marco Missiroli: il libro più discusso e fotografato dell'anno
di Nicolas Lozito
9 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Marzo 2019, 01:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 03:41
Se vi piacciono i libri ve ne sarete accorti: sempre più persone parlano, fotografano, criticano o celebrano “Fedeltà”, il nuovo romanzo dello scrittore romagnolo Marco Missiroli. Lo incrociate in libreria, con la sua copertina in bianco e nero; lo vedete su Instagram, in mezzo a scenografie colorate; lo leggete nei titoli delle pagine di cultura dei giornali. Edito da Einaudi nella collana Supercoralli e uscito un paio di settimane fa (230 pagine, 19€), ora è terzo nella classifica dei libri più venduti in Italia. Un romanzo che piace e divide, come fosse una squadra di calcio o una canzone a Sanremo. Un simile chiacchiericcio non è così solito nel mondo dei romanzi d’autore, in particolare per quei libri, come “Fedeltà”, che non incrociano temi politici o sociali particolarmente sensibili. E, sia chiaro, non è nemmeno un libro su scabrosi tradimenti. Come l’ha definito l’autore stesso, presentando il libro al Circolo dei lettori di Torino: «Non è un libro sulla fedeltà, è un libro sulla difficoltà di essere fedeli».


Per arrivare preparati alla prossima discussione sul libro ecco tutto quello che c’è bisogno di sapere, senza spoiler e con qualche argomento anche per chi l’ha già letto. 


Tutte le immagini dell'articolo sono prese casualmente da Instagram seguendo l'hashtag #marcomissiroli

1. LA TRAMA

La storia ruota a due personaggi: Margherita e Carlo, tra i trenta e i quarant’anni, coppia milanese tipica. Lei agente immobiliare che avrebbe voluto fare l’architetto. Lui insegnante di scrittura che avrebbe voluto fare lo scrittore. Il loro rapporto cambia a causa di un “malintenso” – parola chiave del libro: Carlo è attratto da una sua studentessa ventenne, Sofia, con cui ha un contatto nel bagno della scuola. Non un vero tradimento, ma qualcosa che incrina il loro rapporto, ma non lo spezza. Nel frattempo anche Margherita sente l’attrazione di un altro: il suo fisioterapista, Andrea. La storia, ambientata a Milano ma con qualche accenno romagnolo, segue i due personaggi principali in due fasi distinte, a distanza 10 anni l’una dall’altra. Le loro vicende sono mescolate e indissolubili con ciò che accade ai personaggi secondari: la madre di Margherita – Anna, uno dei personaggi meglio riusciti –, i genitori di Carlo, gli stessi Sofia e Andrea e infine il figlio che la coppia avrà, Lorenzo.

Altri due dettagli, senza svelare nulla. Il primo, non aspettatevi una storia holliwoodiana. La trama è intimista. Ben intrecciata con la storia contemporanea, i mutui, la crisi, Milano che corre e Rimini con la nebbia. Guarda ai dettagli piuttosto che a clamorosi avvenimenti e colpi di scena. Il fuoco è sui grandi e piccoli tradimenti e le scosse che ne derivano: «Il senso di colpa era un processo banale. La realtà dei fatti, la grande realtà dei fatti, era che era stato naturale».

È però un romanzo avvolgente e penetrante. E, come fanno i bei libri, succede che o lo si legga tutto d’un fiato o durante la giornata, mentre facciamo tutt’altro, tornino in mente personaggi e scene e scatti la voglia di riprenderlo in mano e andare avanti con le pagine.

Il secondo, un dettaglio curioso: nel libro fa una breve apparizione Marella Agnelli, scomparsa proprio nei primi giorni dall’uscita del libro.



2. LO STILE

Il libro è scritto al passato e in terza persona. Il discorso è diretto. Un classico, ma sempre meno utilizzato dagli scrittori, che preferiscono l’autofiction (ovvero la prima persona singolare). Lo stile di “Fedeltà” è senza dubbio il punto di forza del libro – e in generale della scrittura di Missiroli. Preciso, affilato, insindacabile.

C’è un passaggio che gioca da manifesto, per far capire quanto tutti i dettagli siano curati. Parla della potenza della punteggiatura, in particolare dei tre puntini. «Una volta Carlo le aveva detto che i puntini di sospensione sono una debolezza: gli scrittori li usano se vacillano sulla pagina. Poi aveva letto Avventure della ragazza cattiva, e si era resa conto che i puntini volevano dire altro. Le anime di Vargas Llosa li usavano come preliminari di rivoluzione. Tre puntini per un’intesa amorosa […]. Lei lo aveva invitato per un caffè sabato o domenica. Lui le aveva risposto che andava bene…».

I riferimenti meta-letterari abbondano nel libro quando si affrontano le parti dedicate a Carlo, il maestro di scrittura. Ci sono Beppe Fenoglio, Irène Némirovsky, Andre Dubus. C’è molto Dino Buzzati e il suo modo di vivere e raccontare Milano. E poi arrivano gli accenni anche alla cultura pop: la signora Fletcher Ritorno al futuro, Ornella Vanoni. Gli sms, Game of Thrones e tanto Instagram, vero rivelatore di anime e intenzioni.

Attenzione particolare è data alle scene di sesso: la bravura di Missiroli nel descrivere atti e attrazioni è ormai nota dai suoi libri precedenti e ormai indiscutibile.

L’aspetto stilistico più affascinante del libro però riguarda il montaggio. All’inizio non è immediato da comprendere e seguire, soprattutto per chi legge velocemente. Poi però si digerisce e l’effetto esplode: «Gli stacchi nel montaggio perfetto di una scena devono coincidere con la nostra voglia di battere gli occhi», spiegava Walter Murch, Oscar al il miglior montaggio per il film Apocalypse Now. Vale altrettanto per Fedeltà: Missiroli adotta il montaggio per analogia. Allo scadere della scena di un personaggio, il personaggio successivo raccoglie il testimone – seppure in contesto diverso – senza soluzione di continuità. Andrea si addormenta desiderando di rivedere il suo cane César e una riga dopo compare Sofia, a chilometri di distanza, in tutt’altra sotto trama, che a sua volta desidera essere desiderata.

Lui l’ha chiamato “Passaggio d'anima”, che ha spiegato così a Giuseppe Fantasia dell’Huffington Post: «Mi trovavo al bar Basso, a Milano, stavo bevendo una cosa, c'erano tre ragazze attorno a me, molto amabili. Pensai che mi mancava un'amicizia così. Una di loro – continua - andò via e le altre due rimaste iniziarono a sparlare profondamente di lei. Ho pensato a quello che poteva essere un narratore che rimaneva prima con loro tre, poi con quella che se ne andava, contenta di essere stata con tutte loro, ma in verità tradita. Ho immaginato questo passaggio di anima, a quelle tre che con il loro contatto si passavano il narratore. Ci ho messo due anni perché il passaggio avviene nella stessa riga e non doveva stridere, come il cambio di binario di un treno, che è poi quello che io amo da lettore».



3. L'AUTORE

Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981: vale ancora per lui la definizione di “giovane”, quindi. Ma non più quella di “giovane scrittore”. Si laurea a Bologna e nel 2006 vince il Premio Campiello per l’Opera prima con Senza coda (Fanucci). Per Guanda scrive nel 2007 Il buio addosso, Bianco nel 2009 e  Il senso dell'elefante, che vince nel 2012 il Campiello Giuria dei Letterati. Passa a Feltrinelli e pubblica Atti osceni in luogo privato che diventa Bestseller ed è tradotto in molte lingue. Nel frattempo scrive per Il Corriere, vive a Milano e insegna alla Scuola Holden di Torino.



4. LA CRITICA

Di fronte al libro si sono scatenati tutti. Il Messaggero ci è andato giù pesante: «Se davvero ha impiegato quattro anni per scrivere questa storiella che da un malinteso in bagno finisce in una riconciliazione cimiteriale c'è da preoccuparsi», scrive Marco Ciriello. E poi: «Sembra un film di Muccino scritto male». E infine: «È uno dei tanti romanzi italiani di questi anni, che sembrano mobili Ikea: stessi pezzi, viti, trame, telefonini, mestieri e tormenti, e persino scopate». Altrettanto feroce è Repubblica: «Elegante ma scolastico», dice Filippo La Porta. La sentenza: «Un’imitazione che perde l’anima nel glamour». «Banalità indecente», aggiunge Davide Brullo su Linkiesta. E poi, il tuono finale, di Gianluigi Simonetti sul Sole 24 Ore: «Generico, sciatto, senza o con eccesso di stile. Un prototipo esemplare di una direzione intrapresa dalla nostra narrativa, e di certe di scommesse editoriali». 

Ci sono anche gli entusiasti, però, a rappresentare uno spettro più ampio di opinioni. «Un romanzo classico e allo stesso tempo raro», dice Nicola Cosentino su Esquire. Antonella Lattanzi su Tuttolibri esulta: «Il punto è aver trovato un romanzo dentro le cui pagine ti puoi barricare, e rimanere lì dentro senza più voglia di uscire». E poi il Corriere della Sera, nella firma di Antonio D’Orrico, gli dà voto 10: «Mette a fuoco tra le parole, come Salinger», e «onora la madre, imparando la lezione del Roth più severo». Il sito del giornale di Via Solferino lancia anche un sondaggio, siete d’accordo con il giudizio di D’Orrico: al momento il 67% dei votanti dice “Sì”.

Il tema dell’opinione popolare è forte: viene sollevato anche da Mario Baudino su La Stampa, che si domanda: tanta critica parte dal fatto che il libro di Missiroli era dato favorito al prossimo premio Strega prima ancora di essere stato pubblicato? «Resta il fatto che, Strega o non Strega, da molti anni nessun romanzo italiano divideva così tanto gli animi degli addetti ai lavori. I lettori, a quanto sembra, stanno già decidendo; con una specie di televoto». Missiroli come Ultimo a Sanremo.



5. LA CLASSIFICA (E INSTAGRAM)

Sondaggi a parte, le vendite rimangono la cartina al tornasole più importante per decretare il successo di un libro. Nella prima settimana di uscita il libro si è piazzato al terzo posto della classifica dei libri più venduti nelle librerie, dopo solamente Rien va plus di Antonio Manzini (saga dell’investigatore Giallini, edita da Sellerio) e #Valespo, libro dei blogger Valerio Mazzei ed Edoardo “Sespo” Esposito (Mondadori Electa). Dietro Missiroli, invece, si trovavano Renzi e il suo Un’altra strada (Marsilio) e la sempiterna L’amica geniale di Elena Ferrante (E/O). Nella seconda settimana, quella che si è conclusa il 1° marzo, il libro è settimo: al primo posto è arrivato La versione di Fenoglio, ultimo romanzo di Gianrico Carofiglio (Einaudi), mentre Rien Va Plus è finito in sesta posizione.

Su Amazon, invece, il libro è solo 37esimo nella classifica di popolarità della categoria “Narrativa” (classifica consultata il 1° marzo), ma secondo in quella di "Narrativa letteraria" (rivelando un che di effimero nel il sistema delle classifiche Amazon). Su Ibs.it, invece, 14esimo.

È su Instagram però dove il libro ha davvero successo. L’hashtag #marcomissiroli compare migliaia e migliaia di volte e la copertina del libro, una donna ritratta tra ombra e luce, diventa il soggetto dei più diversi e allo stesso tempo simili scatti. Una pila di libri su cui giganteggia quest’ultimo arrivato. Una colazione con brioche, marmellata, e “Fedeltà” come portata principale. Delle dita con lo smalto rosso accesso che stringono la prefazione (una citazione di Roth). Una copia messa tra le luci di natale. La collezione di tutti i libri di Missiroli. Un selfie con l’autore e il volume stretto tra le braccia. E così via in quello che è una celebrazione trionfale: un libro non si giudica più dalla copertina, ma da come sta bene nel feed di Instagram. Nel romanzo di Missiroli i personaggi misurano il grado di fedeltà del partner spiando sul social network fotografico. Noi, alla stessa maniera, attraverso Instagram possiamo misurare il successo di “Fedeltà”. Magari non in lettori, ma almeno in cuori. 

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