Lo stadio è anche business. Moltiplica gli indotti, genera profitti, richiama gli sponsor. Da anni ormai il calcio italiano sta provando a esplorare una frontiera nuova con gli impianti di proprietà e sono lì a dimostrarlo i tanti progetti impantanati nelle sabbie mobili della burocrazia e dell’immobilismo. Per ultimo, il progetto abortito dalla Roma a Tor di Valle, dopo una lunga e travagliata gestazione. Sullo sfondo rimane il tifoso, per lui lo stadio è una seconda casa: la vive e la anima, racchiude al suo interno tutti i ricordi, in senso materialistico remunera anche gli investimenti dei presidenti. Qualcuno minaccia e progetta di costruirlo altrove, ma c’è chi è riuscito a rifarsi il look senza cambiare casa, restando ancorato al quartiere e alle tradizioni di sempre. Come hanno fatto Udinese e Atalanta, come stanno combattendo per farlo Fiorentina e Bologna o spostandosi qualche metro più in là, come Inter e Milan nella zona di San Siro.
Una strada maestra all’inglese, dove in tante città quartiere e stadio resistono, in simbiosi, uno dentro l’altro. Lo racconta Giorgio Coluccia nel libro Città Stadio (Absolutely Free Editore, prefazione di Roberto Gotta e postfazione di Paolo Avanti), un viaggio in Inghilterra alla caccia di impianti secolari, che dal proprio grembo non se ne sono mai andati.
Sono novanta minuti di trasporto ed eccitazione, ma quelli che contano restano sempre i prossimi. Lo sanno perfino i muri dello stadio, di quella casa che ha ospitato tifosi, giocatori, delusioni e momenti epici con la passione incrollabile come denominatore comune. Perché uno stadio non vuol dire solo calcio. È componente fondamentale di tutto l’intero quartiere, e con il passare del tempo finisce per esserne plasmato, identificato con le origini della propria gente e con tutto ciò che lo circonda. Ognuno con tante storie, molteplici sfaccettature, infiniti modi di essere. Però un filo invisibile è capace di legarli tutti quanti assieme. Allora, che il viaggio cominci.
Città Stadio
Giorgio Coluccia
Absolutely Free Editore, 164 pp., 15€
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