Barbara Bellomo, "Il libro dei sette sigilli": Roma, la Storia e i suoi antichi misteri

Barbara Bellomo, "Il libro dei sette sigilli": Roma, la Storia e i suoi antichi misteri
di Riccardo De Palo
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Giovedì 23 Luglio 2020, 13:53
Barbara Bellomo è una scrittrice nota per i suoi gialli dedicati al personaggio della giovane archeologa siciliana Isabella De Clio, un bel personaggio femminile che ha avuto buon successo, ha scritto diverse pubblicazioni sulla storia romana (è laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica e ha lavorato per diversi anni presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania). Il libro dei sette sigilli (304 pagine, 16,90 euro), uscito a fine giugno per Salani,  è il suo primo thriller storico, che cerca di fare il verso ai bestseller di Glenn Cooper e Dan Brown, ma con un punto di vista femminile.

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Il libro, ambientato a Roma, è anche una guida ai segreti delle sue chiese e dei suoi scorci storici, e si svolge su due piani temporali: il presente e la Gerusalemme antica, dei tempi delle ribellioni giudaiche e degli assedi da parte dei Romani.



Si tratta anche di un libro che parla di un libro, che a sua volta parla di un libro. La protagonista, Margherita Mori, è una scrittrice affermata e affetta da ipermnesia (ricorda qualsiasi cosa) che ha scritto un romanzo storico dedicato a un misterioso Libro dei sette sigilli, scritto da una profetessa, Anna, capace di cambiare (in peggio) le sorti dell’umanità. Il suo libro attrae le attenzioni di un ordine misterioso di eletti, che vogliono mettere le mani sui poteri dell’antico testo; e la scrittrice viene messa immediatamente sotto protezione. La bella e coriacea tenente del Ros Erika Cipriani viene incaricata delle indagini; ma qualcuno ha infiltrato le forze di polizia, e Barbara (come da tradizione nei thriller di questo tipo) non può fidarsi assolutamente di nessuno. 

Barbara è un bel personaggio di donna molto dotata intellettualmente e caratterialmente, che forma una bella coppia con la sua guardia de corpo. Una serie di omicidi, nell’ordine dei gesuiti, scatena un intreccio ad orologeria, tra profezie apocalittiche, agguati, colpi di scena e improvvisi salti temporali. La tecnica permette al lettore di formare dentro di sé un’immagine sempre parziale degli avvenimenti, che amplifica la suspense. «Hai mai visto un quadro di Seurat da vicino? - dice a un certo punto la protagonista - Si distinguono solo punti che non dicono nulla. È la distanza a offrire la giusta visione di insieme». Alla fine, la distanza permette di collegare punti e nessi temporali, così che (come in tutti i buoni thriller) il lettore ha la sensazione di decodificare, da solo, un enigma.

In definitiva, un libro molto consigliato a chi ama il genere dei thriller storici (con una buona dose di erudizione), e a chi chiede, nei romanzi, un personaggio femminile forte. Con una riuscita ambientazione romana.

 
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