Amazon Storyteller, la Roma degli anni Cinquanta e i romanzi di Clodoveo tra i finalisti del premio

Amazon Storyteller, la Roma degli anni Cinquanta e i romanzi di Clodoveo tra i finalisti del premio
di Pietro Piovani
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Novembre 2021, 11:39

C'è un nuovo riconoscimento per i romanzi del commissario Clodoveo, i gialli ambientati nella Roma degli anni Cinquanta dalla scrittrice Cristina Stillitano. L'ultimo episodio della serie, “Andrai, tornerai, non morirai”, è tra i cinque finalisti del premio Amazon Storyteller, competizione letteraria riservata agli autori indipendenti che pubblicano autonomamente sulla piattaforma Kindle. Il Messaggero ha già segnalato in passato il fenomeno dei libri di Clodoveo che, nati al di fuori dei canali dell'editoria tradizionale, hanno conquistato negli anni un'ampia comunità di appassionati attraverso il web, con decine di migliaia di lettori tra copie vendute e copie scaricate dagli abbonati Kindle (i tre capitoli della serie appaiono stabilmente nelle classifiche dei Bestseller Amazon). 

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La caratteristica dei romanzi della Stillitano è la meticolosità della ricerca storica, dove per storia si intende soprattutto quella dei dettagli di vita comune: i personaggi anonimi, le loro case, le loro abitudini, il linguaggio, gli ambienti.

Le figure minori della Roma del dopoguerra, i luoghi e i quartieri meno noti, meno raccontati da cinema e letteratura (il commissario Clodoveo abita in zona Medaglie d'oro). L'autrice li ha ricostruiti attraverso la documentazione dei giornali e le testimonianze di chi c'era, gli anziani di oggi, giovani di allora. Per scrivere “Andrai, tornerai, non morirai” ha addirittura lanciato un appello pubblico, aprendo su Facebook la pagina “La Roma del commissario Clodoveo” dove chiunque ha potuto offrire i suoi ricordi dell'epoca. «Con i racconti che mi sono arrivati avrei potuto scrivere dieci libri» sorride la Stillitano. È anche grazie a questi racconti che ha potuto ambientare un delitto in un cinema-varietà del 1955, con il bigliettaio in livrea, il bibitaro, il proiezionista che doveva bere il latte per disintossicarsi dai fumi delle vecchie macchine di proiezione, il numero di avanspettacolo prima della proiezione, con le sei ballerine che nei manifesti diventavano “12 gambe 12” e un comico chiaramente ispirato alla figura di Gustavo Cacini (attore molto celebre a quei tempi per le sue gag un po' dozzinali, oggi rimasto nella memoria dei romani solo per un cognome e un modo di dire: “E chi sei, Cacini?”). 


Insomma sono romanzi che, al di là della trama poliziesca, contengono al loro interno piccoli saggi storici, la storia della vita quotidiana in un'epoca a noi vicina cronologicamente ma ormai culturalmente remotissima, cancellata dalla memoria della città. È questo sicuramente uno degli elementi che sono piaciuti ai lettori della serie di Clodoveo, e hanno prodotto un successo editoriale piccolo ma significativo se si calcola che dietro non c'è un editore, niente pubblicità, niente presentazioni ufficiali, né - figuriamoci - passaggi in tv. Solo il passaparola e la capacità di richiamare l'attenzione di chi si aggira per la rete. È un esempio virtuoso di quello che viene chiamato “self publishing”, l'autopubblicazione a costo zero, pratica che accomuna i cinque finalisti dell'Amazon Storyteller e che il riconoscimento di Amazon vuole appunto premiare. Insieme a Cristina Stillitano si contendono la vittoria “Camere nascoste” di Angela Marino (anche questo un giallo, ma ambientato in Campania), “Io sono Gordon Bloom” di Francesco Cariti (un altro giallo, con una storia che si svolge negli Stati Uniti), “E se lo dice Oscar” di Laura Gaeta (romanzo sentimentale e di investigazione al tempo stesso), “Ditemi che siamo 4” di Gaetano Allegra (thriller psicologico dai risvolti umoristici).  Il vincitore sarà proclamato domani.

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