Violenza di genere, Valore donna: «Passi avanti con il reddito di libertà»

Violenza di genere, Valore donna: «Passi avanti con il reddito di libertà»
di Francesca Balestrieri
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Mercoledì 24 Novembre 2021, 17:58

 Con i tre delitti registrati negli ultimi sette giorni le donne uccise in Italia, nei primi undici mesi del 2021, arrivano a quota 103. Un incremento del 3% rispetto allo scorso anno. E, dato ancora più preoccupante sei donne su dieci muoiono per mano del loro partner.
«Sono impietosi anche gli ultimi dati che arrivano dal Report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale – afferma Valentina Pappacena, Presidente dell’Associazione Valore Donna. Ad oggi i femminicidi rappresentano il 40% di tutti gli omicidi commessi in Italia. Delle donne uccise quest’anno – spiega Valentina Pappacena - 87 sono state ammazzatein ambito familiare: 60 di loro per mano del partner o ex partner con un aumento del 2%. Il problema che ancora oggi riscontriamo – spiega l’associazione che da anni, in tutta la provincia di Latina, lavora a tutela delle donne maltrattate – è che molte aspettano a denunciare, o non denunciano affatto, non soltanto per paura di ritorsioni ma sopratutto per mancanza di indipendenza economica». 

«Ma una buona notizia, anche se siamo solo all’inizio, c’è – spiega la Pappacena – ovvero il reddito di libertà.

Si tratta di uno strumento che serve ad aiutare le donne che sono state vittime di violenza e che sono seguite dai centri antiviolenza. Si tratta di un contributo economico di 440 euro mensili, concesso in un’unica soluzione per un massimo di 12 mesi, anche a donne che non hanno figli. E’ un sussidio compatibile anche con il reddito di cittadinanza e con la Naspi anche se, secondo l’esperienza del nostro Caf, le donne vittime di violenza (italiane e non) non percepiscono nessun altro sussidio. Ecco perché parliamo solo di un piccolo inizio. Le domande per il reddito di libertà – conclude Valentina Pappacena – possono essere presentate solo presso gli uffici comunali. Auspico, per questo, che tutte le Amministrazioni comunali della provincia di Latina si affrettino a pubblicizzare questo nuovo strumento che, seppur poco, potrebbe rappresentare un nuovo inizio per molte donne».

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