I vigili del fuoco di Latina piangono la scomparsa di Ferdinando De Parolis, messa all'aperto per l'ultimo saluto

Ferdinando De Parolis
di Stefania Belmonte
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Domenica 24 Maggio 2020, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 09:12
Ferdinando De Parolis, 47 anni, era «l'amico di tutti». Purtroppo se n'è andato all'improvviso per un malore in bicicletta, venerdì sera, mentre rientrava a casa. Forse un infarto. Era un vigile del fuoco e faceva servizio al comando provinciale di Latina, era un esperto di telecomunicazioni e lavorava come giornaliero, spesso girando per la provincia: proprio in questi giorni stava sistemando la rete dei ponti radio e la mattina era stato al Circeo con un ingegnere per concludere un lavoro. Non aveva accusato nessuna problematica ed anche la sera, poche ore prima del malore, parlando al telefono con alcuni colleghi era apparso come al solito.

Venerdì sera è stato trovato a terra, intorno alle 22,30, esanime, con la sua bicicletta a terra in Via dei Volsci, sul ponte che collega la strada al quartiere di Pantanaccio. A dare l'allarme è stato un passante, che ha chiamato il 118. Il personale sanitario ha provato a lungo a rianimare il 47enne, ma purtroppo non c'era già più nulla da fare. Trovati i documenti nel marsupio, sono stati allertati i colleghi in servizio e la famiglia.

LA FAMIGLIA
L'uomo lascia la moglie, la madre e la nonna paterna. Unito da un tragico destino al padre Franco, anche lui vigile del fuoco e deceduto in un incidente stradale - ma a bordo di un'auto (il 13 settembre saranno 18 anni), veniva da una famiglia tradizionalmente legata a filo doppio proprio al Corpo nazionale: oltre al padre, capo reparto a Roma e poi a Latina, anche due zii capi reparto ora in pensione a Latina. «Siamo rimasti con le mani vuote dice lo zio Rocco De Parolis, fratello gemello del padre Mio fratello quando è morto aveva 48 anni, Ferdinando 47. La nostra ferita si allarga sempre di più».

LA COMANDANTE E AMICA DI FAMIGLIA
Sul luogo dell'incidente venerdì sera è arrivata anche la comandante provinciale, Clara Modesto, che oltre ad essere una collega e superiore, è anche un'amica di famiglia per la conoscenza pregressa con il padre della vittima con cui aveva prestato servizio nella Capitale: «Ferdinando era una persona gentile e sorridente, non si tirava mai indietro, affidabile, era impossibile litigare con lui, si era fatto volere bene da tutti».

«Sono stato molto contento di lavorare con te perché sei stato una persona molto altruista, disponibile con tutti e tecnicamente molto preparata. La tua prematura scomparsa lascia nei nostri cuori un'immensa ferita» scrive un altro collega. Questa mattina ci sarà l'ultimo saluto: alle 10 si terrà la messa all'aperto, nel piazzale della chiesa di San Francesco.
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