Latina, vaccini under 65, tutto pronto per classe 56 ma se il medico non ha aderito è un problema

Latina, vaccini under 65, tutto pronto per classe 56 ma se il medico non ha aderito è un problema
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Lunedì 1 Marzo 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:42

I medici di medicina generale che hanno aderito alla campagna di vaccinazione hanno già cominciato a telefonare ai pazienti della classe 1956, ovvero gli under 65 anni. «Io ho quindici assistiti classe 56 e una ventina classe 57« racconta Enzo Der Amicis, uno dei medici di base pronti a fare i vaccini. «Ma dei miei solo la metà di quelli classe 56 potrà fare il vaccino Astrazeneca perché i pazienti fragili dovranno prenotarsi alla Asl per avere il Pfizer. Tra i miei assistiti si tratta sono soprattuttodi diabetici o con problemi cardiovascolari. Ci sono linee guida precise su questo».
Ha già trovato paziednti che hanno detto no?
«Uno ha detto non lo faccio, un altro non vuole fare Astrazeneca».
Ha provato a convincerli?
«Farò a tutti una nuova chiamata».
Ci sono altri pazienti che si sono fatti avanti?
«Sì, sono pazienti di medici che non hanno ancora aderito alla campagna di vaccinazione e mi hanno chiesto di poterlo fare da me. Purtroppo non è possibile».
Sono tanti i medici di famiglia che non vogliono fare vaccini?
La situazione è in evoluzione. Nel distretto L7 2 che comprende Latina, Sermoneta, Pontinia, Sabudia e Norma su 130 medici la scorsa settimana avevano aderito in 48. Ma questa è una chiamata alle armi, un po' mi sconforta, bisogna mettere in campo altre idee per farli accettare».
Bisogna obbligarli?
«Bisognerà ripensare il contratto e la convenzione, ci sono dei buchi purtroppo. Tra l'altro tutti i medici di medicina generale in provincia sono stati vaccinati, quindi non ci sono scuse. I contagi stanno precipitando dove il vaccino è stato fatto in massa, è l'unica risorsa che abbiamo».
Gli under 65 assistiti da un medico che non aderisce quindi non potranno fare il vaccino?
«Ci sono medici che hanno 1500 assistiti, resta una falla grande se non li vaccinano. La Regione deve decidere a chi e come dirottarli, oppure no non potranno fare il vaccino».
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