Turbativa d'asta, blitz della Procura negli studi di cinque professionisti di Latina

Turbativa d'asta, blitz della Procura negli studi di cinque professionisti di Latina
di Vittorio Buongiorno
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Giovedì 20 Giugno 2019, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 12:12
Il blitz scatta a metà mattina. Un pool di finanzieri guidati dai sostituti procuratori Giuseppe Bontempo e Claudio De Lazzaro e dal comandante della sezione Tutela finanza pubblica della Guardia di Finanza, il capitano Andrea Petricca, si presentano contemporaneamente in cinque rinomati studi professionali notificando un decreto di perquisizione in relazione a un'inchiesta della Procura di Latina che ipotizza una turbativa d'asta per la vendita di un albergo di Terracina.

IL FALLIMENTO
Tutto comincia dalla denuncia presentata dalla titolare della ditta Quadrifoglio sas dichiarasta fallita nel 2016 in cui si sostiene che i professionisti avrebbero turbato l'asta per la vendita di un immobile di valore di proprietà della Circe srl, società controllata dalla fallita. L'ipotesi è che le quote della società che possedeva l'albergo il Guscio siano state cedute a 237 mila euro a una compagine societaria riconducibile a professionisti coinvolti nella vicenda e poi rivenduto al termine di un concordato a 1,5 milioni di euro. «La perquisizione - spiegano gli inquirenti - si è resa necessaria per delineare i contorni dell'intera operazione». Gli studi sottoposti a perquisizione sono quelli dei professionisti che hanno avuto un ruolo nella procedura e quindi quello del curatore fallimentare Leonardo Viviani, dell'attestatore Massimo Mastrogiacomo, del commissario della procedura Alberto Palliccia, di Luca Pietrosanti e Simone Manenti che hanno partecipato all'asta, presentato il piano di concordato e poi rivenduto la società.

IL DIFENSORE
«Il mio assistito non ha eccepito il segreto professionale né richiesto l'assistenza dell'Ordine degli avvocati come previsto» commenta l'avvocato Renato Archidiacono che assiste il collega Luca Pietrosanti. «Sono sorpreso di questa perquisizione - aggiunge il difensore - visto che da settembre abbiamo depositato tutta la documentazione dando la massima collaborazione, mi auguro una celere archiviazione». Atti alla mano, gli interessati sostengono che le procedure sono state rispettate e approvate dai giudici e che i reclami presentati dalla titolare della società fallita sono sempre stati respinti. In sostanza l'avvocato Pietrosanti e il commercialista Manenti acquistano a un'asta pubblica per 277 mila euro le quote della società proprietaria dell'albergo, poi presentano un piano di concordato che viene approvato dal giudice e che si conclude - spiegano - con il pagamento di circa 800 mila euro per soddisfare i creditori. La Circe e l'albergo vengono poi rivendute a un privato a circa 1,5 milioni. «Considerato anche il pagamento delle tasse- conclude il difensore - hanno legittimamente guadagnato una cifra che si aggira intorno ai 200 mila euro in due».
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